
L’assessore Giacomo Costantini fa il punto sui lavori per ripristinare l’area di 7.700 metri quadrati
Il Comune di Ravenna porterà avanti una causa civile per il risarcimento dei danni conseguenti all’abbattimento di pini avvenuto nel febbraio 2023 in 7.700 metri quadrati della pineta comunale posta a Marina Romea sul lato sinistro del fiume Lamone e confinante col Villaggio turistico della ‘Cooperativa Capannisti Tempo Libero’. La decisione è stata presa dopo la condanna in sede penale, il 16 settembre scorso, a 11.400 euro di ammenda per Giovanni Fucci, presidente della Cooperativa capannisti tempo libero, e per il titolare dell’impresa esecutrice che ha abbattuto gli alberi in una pineta di proprietà del Comune di Ravenna e assoggettata a vincolo ambientale e paesaggistico. "Da una parte avvieremo una causa civile per il risarcimento dei danni – assicura l’assessore competente Giacomo Costantini – e dall’altra parte stiamo lavorando alla progettazione della riforestazione che chiederemo sia pagata da chi ha prodotto il danno. Per questo ci presenteremo in sede civile con le fatture di spesa alla mano".
"Dai primi calcoli effettuati dai tecnici che stanno seguendo il progetto di riforestazione – continua Costantini – si tratta di una spesa che andrà dagli 80mila ai 120mila euro che attingeremo dal Fondo ambientale senza bisogno di inserire i lavori nel piano triennale", come invece chiedeva il consigliere comunale Alvaro Ancisi (Lista per Ravenna) che da tempo segue la vicenda. Come spiega Costantini, "serviranno circa tre mesi per il piano forestale e lo studio delle nuove alberature, poi sarà redatto il bando e conferito l’incarico. Di fatto, se tutto va per il meglio, potremmo affidare i lavori in autunno".
"Il Comune – precisava Ancisi in una nota nei giorni scorsi – non conosceva e non avrebbe conosciuto l’esito del procedimento penale non essendosi mostrato parte offesa, come fatto dal sottoscritto, durante la fase delle indagini penali preliminari. Il 21 dicembre scorso ho perciò inviato al sindaco copia del decreto penale di condanna, affinché, non potendo più costituirsi parte civile in un procedimento penale concluso, avvii al più presto una causa civile verso i responsabili del disboscamento, perché gli risarciscano il danno materiale (la ricostituzione dell’ambiente abbattuto e devastato) e il danno alla propria reputazione di ente pubblico, proprietario pur disattento dell’area, che ne è derivato". Il 29 agosto scorso, non essendosi mosso alcunché nemmeno con quasi 17 mesi di attesa, continua Ancisi, "mi sono rivolto alla Procura della Repubblica, qualificandomi come persona offesa dai fatti, in quanto consigliere comunale, e perciò chiedendo ed ottenendo di conoscere lo stato del procedimento penale. Ed ecco che, informato il Consiglio comunale, 18 dicembre, il Comune ha finalmente adottato l’atto che approva almeno il documento di indirizzo, primo passo per la successiva progettazione dell’opera". E il documento del Comune evidenzia come la parte di pineta abbattuta "conservi delle caratteristiche di estremo pregio riguardo al paesaggio pinetale antico", assente anche nelle pinete storiche di San Vitale e Classe.
Il disboscamento e movimento terra illegittimo ha causato un’evidente "alterazione del paesaggio" per una fascia larga 20-30 metri e lunga circa 200 metri con la rimozione di alcuni centimetri di soprassuolo effettuata con mezzi meccanici e la conseguente cancellazione dei rilievi dunali e l’eliminazione di tutta la vegetazione (erbacea, arbustiva e arborea) che era presente. Nella fascia decorticata erano presenti in precedenza anche avvallamenti naturali (bassure interdunali) ospitanti fauna e vegetazione igrofila, che erano al contrario stati colmati mediante lo spianamento dei rilievi dunosi.
Giorgio Costa