Omicidio Ilenia Fabbri, le foto del cadavere. Il coraggio di Arianna

La figlia soffre ma resta in aula mentre vengono proiettate le immagini della madre, il compagno Tabanelli con le mani nei capelli

Migration

L’ex marito Claudio Nanni, dalla prospettiva della sua cella posizionata quasi sotto allo schermo, neanche volendo avrebbe potuto guardare quelle immagini. In ogni caso è rimasto per tutto il tempo a sguardo basso, quasi scomparendo dentro al suo maglioncino a rombi. Il sicario reo confesso Pierluigi Barbieri, che era stato sistemato in una cella qualche metro più indietro, ha invece continuato a seguire lo schermo senza tradire nessuna emozione seppure di fronte a quella mattanza che lui stesso aveva provocato mesi addietro. Il presidente del tribunale Michele Leoni, forse intuendo il pericolo di possibili reazioni, a inizio dibattimento aveva fatto sistemare di fronte a lui un pannello "in modo tale che possa vedere la corte e basta".

Il momento più drammatico dell’udienza di ieri mattina, si è palesato quando sono state proiettate in aula le immagini della scena del crimine, compreso il corpo di Ilenia. La figlia Arianna, comprensibilmente scossa, ha insistito per rimanere fino all’ultimo consolata dal suo avvocato Veronica Valeriani. Così ha fatto pure Stefano Tabanelli, compagno della defunta, pur affondando con la testa tra le mani accanto al suo legale Massimiliano Starni. A sintetizzare la devastazione compiuta dal Barbieri sulla 46enne, è stato il sostituto commissario della Scientifica faentina Andrea Linguerri il quale aveva partecipato a diversi sopralluoghi, compreso quello al fiume Lamone del 17 marzo - giorno della confessione in questura di Barbieri davanti al pm Angela Scorza - a poche centinaia di metri da casa di Ilenia: "Per verificare l’esistenza o meno di una buca". Buca di cui aveva parlato il Barbieri: a suo dire era stata scavata a colpi di vanga dal Nanni per seppellirvi il corpo di Ilenia una volta portato fuori casa con un trolley e reso irriconoscibile con acido. In effetti "sotto un ponte ferroviario - ha proseguito il teste - davanti al pilone centrale" c’era proprio una "buca rettangolare": era 40 centimetri per 103, di profondità variabile tra i 50 e i 25. Abbastanza per contenere il corpo di Ilenia opportunamente ripiegato? Per l’accusa sì visto che lei "era alta 1.55" e che quello stesso giorno nella "officina di Nanni erano poi stati sequestrati due bottiglie di acido e un trolley di 80 centimetri con dentro una vanga". Nelle immagini mostrate poi dall’ispettore Alessandro Stradiotti della Scientifica bolognese, si è rivelata per intero la distruzione che Barbieri era riuscito ad apparecchiare in quella casa in pochi minuti. A partire dal letto di Ilenia, punto nel quale era iniziata l’aggressione: "Coltri e cuscini spostati verso destra" e un "diassamento del materasso rispetto alla rete". Uno tsunami insomma con la forza delle braccia del Barbieri. Le immagini hanno restituito il disperato tentativo di fuga della vittima con "tracce di gocciolamento" del sangue sulle scale, "ciocche di capelli" e perfino "un orecchino con il perno".

L’arrivo di Barbieri a quell’abitazione è stato ancora una volta documentato grazie alle telecamere cittadine. "Alle 5.21 la Yaris del Barbieri - ha spiegato l’assistente capo della Mobile Matteo Nardi - ha effettuato una inversione su via Testi", cioè a ridosso di via Corbara. Alle 5.24 altre telecamere hanno captato quella vettura "con condotta di guida particolarmente incerta". Quindi alle 5.51 si vede "una persona a piedi che su via Corbara attraversa la strada. Alle 5.55 giunge la Jeep del Nanni per ripartire alle 5.59 assieme alla figlia Arianna. Per l’accusa è il segnale: l’uomo con giaccone scuro nelle immagini mostrate dal commissario capo-tecnico della Scientifica romana Giacomo Rogliero, ora sappiamo essere il sicario Barbieri arrivato apposta da Reggio per uccidere Ilenia. Andrea Colombari