Le strade del ciclismo Cassani conferma: "Il Tour de France verrà in Romagna"

L’ex ct ha fatto ricognizioni per conto della Regione sul percorso della gara ciclistica: "Non ci sono condizioni critiche". L’arrivo della Grande Boucle è previsto fra un anno quasi esatto.

Le strade del ciclismo  Cassani conferma:  "Il Tour de France  verrà in Romagna"

Le strade del ciclismo Cassani conferma: "Il Tour de France verrà in Romagna"

di Filippo Donati

È doppiamente ferito il mondo del ciclismo a ormai due settimane dall’alluvione che ha devastato la Romagna, preso nella morsa dei danni che le inondazioni hanno causato alle ormai pochissime squadre ancora attive, e delle frane che hanno reso impraticabili tutte o quasi le salite più amate, dalla Valletta al Montalbano, dal Trebbio al Prugno. Per il ciclismo insomma quello che si profila all’orizzonte è quasi un anno zero: "la nostra Società ciclistica Faentina", spiega Raffaele Babini, ex-direttore di corsa del Giro d’Italia, "ha perso nella notte fra il 16 e il 17 maggio la quasi totalità dei materiali accumulati nella sua sede di via Cesarolo, oltre a un’auto e a un pulmino. Solo quelli tra i nostri cimeli che erano conservati più in alto sulle pareti si sono salvati: il resto, fra cui gli spogliatoi, gli impianti elettrici, molti accessori per gare e allenamenti, è andato perduto". Desolante anche il panorama sul velodromo di via Lesi dove si allenavano e gareggiavano i più piccoli: benché ripulito dalla melma da un gruppo di giovani studenti bolognesi, in alcuni punti il fango solidificato oggi appare quale uno strato di creta. "I giovani atleti sono stati ospitati per gli allenamenti alla Forti e liberi di Forlì, ma è una soluzione d’emergenza in attesa di una più strutturale. Che oggi non vediamo: siamo con le spalle al muro".

Anche per questo c’è già chi ha deciso di impegnarsi per risollevare il ciclismo romagnolo: insieme al suo seguitissimo canale web Gcn Italia, l’ex-professionista Alan Marangoni avvierà probabilmente una raccolta fondi, corredata da un evento pubblico, destinata a sostenere le realtà del mondo del pedale più colpite dall’alluvione. "Stiamo definendo i contorni del progetto", svela Marangoni. Pur essendo stato forse l’unico ciclista professionista romagnolo a non avere le doti di scalatore, Marangoni è fra coloro che più hanno pedalato sulle strade dell’Appennino. "Ho vissuto in Romagna fino a cinque anni fa, su buona parte di quelle salite mi sono allenato quasi tutti i giorni della mia vita", confida. "È un colpo al cuore, sono cose che fanno male. Ci sono strade che probabilmente non saranno mai più come prima. Eppure dobbiamo guardare avanti". Marangoni era in gruppo quando il Giro d’Italia scalò per l’ultima volta la Valletta, a Fognano, nel 2015: insieme a lui c’erano alcuni dei maggiori talenti del ciclismo di questo millennio, quali Alberto Contador e Tom Boonen; appare difficile da credere che quella strada sia oggi crollata per un largo tratto, e sembri destinata a non essere ripristinata in tempi brevi, considerando le situazioni emergenziali che coinvolgono direttrici ben più trafficate. "Ho letto di strade e intere colline franate nel vuoto. Ancora fatico a crederlo".

Benché quello dell’Appennino ravennate e forlivese sia uno scenario di devastazione, non tutto è perduto: "abbiamo fatto delle ricognizioni sulle strade dove fra dodici mesi esatti passerà il Tour de France", spiega Davide Cassani, che segue il dossier per la Regione Emilia Romagna, "e la situazione lì è meno grave di quanto temessimo. Il Monticino, a Brisighella, ha subito degli smottamenti che possono essere riparati. La Gallisterna, dove già si corse il mondiale 2020, non è in condizioni critiche. Il Barbotto e il Valico Tre Faggi, centrali nella prima tappa Firenze-Rimini, sono il primo in buone condizioni, mentre per il secondo era già previsto un intervento di riasfaltatura. Voglio rassicurare tutti: il Tour de France 2024 passerà in Romagna".