
"L’eccidio dei conti Manzoni resta ancora un tabù"
L’eccidio dei conti Manzoni sarà al centro dell’incontro di oggi alle 20.45 a Villa Bolis di Lugo, con Gian Ruggero Manzoni, discendente delle vittime.
Manzoni, come ha vissuto in tutti questi anni il dramma della sua famiglia?
"Io e molti membri della famiglia ci siamo domandati come sia stato possibile un simile fatto tragico a prescindere da ciò che i verbali processuali ci hanno consegnato e, maggiormente, ci siamo chiesti cosa sia stata e ancora cosa sia la Bassa Romagna, visto che l’eccidio dei conti Manzoni qui risulta ancora un tabù. Tutta l’Italia continua a parlarne, con ormai obiettività storica, ma nella nostra zona l’argomento è fermo a circa 80 anni fa".
Come fu possibile quel crimine?
"L’insegnamento che ci giunge da tale mattanza è che l’umanità, dal punto di vista emozionale e mentale, è ancora molto giovane. Dovunque si rivolga lo sguardo, ancora perdurano guerre ed eccidi folli. La scintilla e l’incendio sono sempre dietro l’angolo, si veda oggi l’Ucraina, il Medio Oriente e gli altri conflitti in pieno svolgimento a livello planetario e quasi ovunque i diritti umani vengono calpestati".
Che insegnamento devono trarre i giovani dall’eccidio dei conti Manzoni?
"Devono rendersi conto che da una realtà apparentemente votata alla pace a cui siamo pervenuti, in breve tempo si può ritornare alla clava contro la clava, come poi sta accadendo. Quindi è necessario che i giovani siano sempre attenti alle dinamiche socio-politiche".
La sua famiglia ha fatto pace con il tragico destino che colpì i conti Manzoni?
"La nostra famiglia si affida a ciò che la giustizia a suo tempo sancì, cioè che coloro che parteciparono come fautori o mandanti all’eccidio dei nostri cugini furono condannati all’ergastolo e uscirono di prigione solo a seguito dell’amnistia di Togliatti. Noi si è a posto con la coscienza e, come avrebbe detto la contessa Beatrice Manzoni, non si è potuto che perdonare coloro che per furia cieca non sapevano ciò che stavano facendo. Resta che tale furia pare continui ad ardere ancora in certi cuori che non sono i nostri".
Daniele Filippi