Al momento di quel rapporto sessuale filmato da uno dei presenti, la ragazza si era dimostrata "pienamente in sé, e quantomeno in grado di esprimere validamente un consenso". Cosa che "ha fatto in particolare con la mimica e la gestualità". Attraverso le motivazioni depositate, il collegio penale ha spiegato l’assoluzione pronunciata l’8 febbraio 2022, "perché il fatto non costituisce reato", dei due giovani imputati per violenza sessuale di gruppo per induzione con abuso delle condizioni della vittima, una 18enne che aveva bevuto diversi bicchieri tra vino e superalcolici. Si tratta di un 25enne che aveva avuto il rapporto (è difeso dagli avvocati Carlo Benini e Silvia Brandolini) e di un 27enne di origine senegalese che aveva immortalato la scena (avvocati Raffaella Salsano e Francesco Papiani). Per i due, sulla scorta delle indagini della polizia, il pm Angela Scorza aveva chiesto nove anni di reclusione a testa. Solo una delle ragioni che, alla luce invece dell’assoluzione, avevano portato a numerose polemiche con addirittura un corteo fin sotto alla finestre del tribunale. La vicenda era maturata la notte tra il 5 e il 6 ottobre del 2017: la 18enne era stata portata a spalla fino a un appartamento del centro dopo una serata alcolica in un locale della zona. E poi caffè, docce, conati, i rapporti sessuali filmati con il cellulare e, qualche giorno dopo, la visita in pronto soccorso con la denuncia in questura. Per quanto accaduto quella notte, le motivazioni a firma del presidente della corte Cecilia Calandra, hanno definito insussistente la "condotta compartecipativa ascritta" al 27enne: la sua azione è stata bollata come "deprecabile e rozza", ma filmare la 18enne sia sotto la doccia che durante il rapporto con il 25enne, "non può considerasi condotta agevolativa della violenza sessuale in contestazione" né risulta che il giovane avesse "impedito a una testimone di ...
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