Lettera al ministro: "Istituite un liceo musicale"

Inviata a Patrizio Bianchi (Istruzione). L’idea sarebbe quella di trovare uno spazio a questa nuova realtà all’interno del Liceo artistico

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di Annamaria Corrado

Istituire un Liceo musicale all’interno del liceo artistico Nervi Severini di Ravenna. La richiesta, contenuta in una lettera inviata al ministro dell’istruzione Patrizio Bianchi, arriva da Cristina Mazzavillani Muti, presidente onoraria di Ravenna Festival, Antonio De Rosa, sovrintendente del Festival, Gianluca Dradi, dirigente del Nervi Severini, Adriano Maestri, presidente dell’Istituto superiore di studi musicali Verdi, Annamaria Storace, direttrice dell’Istituto e Chiara Francesconi, presidente della commissione Cultura, Afam e mosaico del Comune che di questo progetto ha fatto uno dei punti principali del suo programma elettorale. Il liceo musicale potrebbe partire già dall’anno scolastico 20232024 assicurano gli autori del documento

Nella lettera inviata al ministro dell’Istruzione, chiedono un incontro per discutere dell’istituzione del liceo musicale in una città, appunto Ravenna, che, scrivono, "attraverso la presenza dell’Orchestra Giovanile Cherubini fondata dal maestro Riccardo Muti, dell’Istituto Giuseppe Verdi, di alcune sezioni di scuole medie ad indirizzo musicale, di un Teatro di tradizione quale l’Alighieri, di un Festival di profilo internazionale e di una fitta rete di realtà culturali e musicali, è già terreno fertile di progetti e produzioni".

Insomma il liceo musicale a Ravenna è l’anello mancante che collegherebbe i corsi a indirizzo musicale delle scuole medie agli istituti superiori di studi musicali come il Verdi, che proprio nelle scorse settimane ha inaugurato un ampliamento della propria sede, insieme all’Accademia, in piazza Kennedy. Riguardo poi all’offerta formativa primaria e secondaria di primo grado, prosegue la lettera, "il nostro territorio, al fine di contenere in questi ultimi anni al massimo i costi, ha cercato in modo virtuoso di optare per un rapporto fra numero di docenti e di studenti contenendo al massimo la quantità dei primi, motivo per il quale sia il nostro Comune che la nostra Provincia non sono oggi in grado di investire autonomamente sull’istituzione del Liceo musicale se non penalizzando la loro virtuosa offerta formativa".

Si cita più volte Riccardo Muti e il suo continuo monito affinché il patrimonio musicale italiano venga tutelato e valorizzato, un impegno che deve nascere da una scelta etica ancor prima che estetica. A ricordare quanto anche la musica appartenga all’identità di Ravenna, città che a settembre il ministro Bianchi ha visitato in occasione della conclusione delle celebrazioni dantesche, presenziando al concerto di Muti ai Giardini Pubblici. "A livello nazionale - continua la lettera - scontiamo già la mancanza di un piano di studi che preveda, nelle scuole primarie e secondarie di primo grado, studi propedeutici musicali obbligatori con programmi formativi strutturati alla pari delle altre materie, che inevitabilmente frena un’adesione più alta di iscritti ai licei musicali e che nel nostro territorio vorremmo cercare almeno di limitare proprio offrendo continuità formativa ai ragazzi all’entrata nelle scuole secondarie di secondo grado".

In Emilia Romagna, infine, a dispetto della ricca storia musicale che questo territorio vanta e dell’intensa attività dei suoi teatri e dei suoi auditorium, ci sono solo quattro Licei a indirizzo musicale, a Parma, Modena, Bologna e Forlì. E nel nostro Paese la distribuzione dei Licei musicali non è omogenea (33 in Campania, 13 in Lombardia, 10 in Toscana). "Tuttavia nella nostra regione, - concludono gli autori del documento - che ha dato i natali ad Arcangelo Corelli, Giuseppe Verdi, Arturo Toscanini ed Angelo Mariani il dato è molto sconfortante e solleva non pochi interrogativi su quali concrete possibilità di formazione musicale stiamo offrendo alle nuove generazioni non certo compensabile attraverso la formazione che possono offrire le scuole private sia in termini di costi economici, sia per le difficoltà logistiche e organizzative, sia perché costringe i giovani musicisti ad una doppia presenza e frequenza: scuola superiore e studi musicali".