L’influenza quest’anno gioca d’anticipo

Il primo inverno senza mascherine obbligatorie vede il virus circolare di più. E in molti tendono a non vaccinarsi

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di Filippo Donati

Quarta dose, terza dose per alcuni ritardatari, quinta dose per gli ultra80enni, e infine il vaccino antinfluenzale. Negli ambulatori del territorio si continuano a somministrare dosi di vaccino anti-Covid e antinfluenzale a ritmi sostenuti, spesso durante la stessa seduta: il primo inverno senza mascherine dopo due anni vedrà infatti i virus circolare maggiormente, ed il consiglio dei medici è come sempre quello di prevenire l’insorgere delle formi più gravi delle varie malattie. "Assistiamo a un sovrapporsi di Covid e influenza", spiega il medico di medicina generale Sandro Vasina, "ed effettivamente i sintomi sono spesso simili. Un modo per distinguerle? Al momento vediamo come l’influenza si presenti con temperature più alte rispetto al Covid. Ma un semplice tampone può chiarire ogni dubbio".

Vasina ha già terminato le forniture di vaccino antinfluenzale: "la richiesta è piuttosto buona rispetto ad alcuni anni fa, devo dire". Come per tutte le campagne vaccinali, anche quella contro l’influenza pone tuttavia l’asticella molto in alto: "l’ideale sarebbe avere il 100% dei soggetti a rischio vaccinati", fa notare la direttrice del reparto Igiene pubblica per l’Ausl Romagna, Raffaella Angelini, "mentre un 75% di copertura viene considerato un risultato accettabile". Il primo traguardo è lontanissimo, ma anche il secondo non è vicino: "Questa campagna possiamo immaginare si attesterà sul 65% di copertura per i soggetti a rischio, come anziani, persone affette da diabete o da patologie cardiopolmonari. In molte persone assistiamo a una minore propensione a vaccinarsi, forse in conseguenza di un ragionamento errato secondo cui si vuole evitare di sottoporsi a più vaccinazioni a distanza di breve tempo. Ad ogni modo, i numeri cui eravamo abituati una ventina d’anni fa, prima del brusco crollo cui assistemmo, rimangono lontani".

L’influenza che si sta espandendo ha cominciato a diffondersi tra la popolazione piuttosto in anticipo rispetto agli anni precedenti. Al momento i ceppi virali che sono in circolo non paiono particolarmente virulenti, ma la loro capacità di diffusione, anche considerando che negli ultimi due inverni i cittadini indossavano la mascherina, ha profili di assoluto rilievo, "in particolare in età pediatrica", evidenzia Vasina. "È quanto era stato del resto riscontrato dai colleghi in Australia e Nuova Zelanda nel corso dell’inverno dell’emisfero sud. I vaccini che somministriamo sono progettati per dare risposta proprio a quei virus, che tendono normalmente ad espandersi da Oriente verso Occidente col passare dei mesi". Sarà possibile vaccinarsi fino al termine dell’inverno: il consiglio dei medici è chiaramente, per le categorie a rischio, di sottoporsi alla somministrazione quanto prima, anche in considerazione del fatto che si diventa immuni dopo circa due settimane dall’inoculazione.