REDAZIONE RAVENNA

Lord Byron, il bilardo, l’eclissi e la ‘zuppa inglese’

L'articolo esplora la presenza di Lord Byron a Ravenna, dalla toponomastica alla sua permanenza nella città, con particolare attenzione a curiosità e aneddoti legati al poeta.

Byron è scomparso dalla toponomastica cittadina e a tutt’oggi l’unica strada dedicata al poeta si trova a Lido di Classe. Un tempo, invece, la piazza davanti a San Francesco, chiamata ‘Piazza San Pier Maggiore’, fu intitolata a Byron nel 1882 ma poi qualcuno pensò che fosse inopportuno intitolare a un libertino un luogo davanti a una chiesa e così il nome di Byron scomparve e dal 1936 la piazza venne intitolata a San Francesco. Oggi sul muro di Casa Oriani che si affaccia sulla piazza una lapide ricorda il soggiorno del poeta in quella che un tempo era Casa Rizzetti, già appartenuta ai Vezzani. Ma prima ancora un’altra lapide, dettata da Giuseppe Zirardini e oggi scomparsa, così recitava: “Alloggiò in questa casa per due volte Lord Byron e vi rimase per ultima otto mesi nel 1819”. La lapide attuale fu promossa e finanziata dal Comitato ravennate della Dante Alighieri nei primi anni Sessanta. Danneggiata dal ghiaccio, la Dante provvide a sostituirla. Il testo fu dettato dal professor Alieto Benini che in quegli anni pubblicò il volume ‘Byron a Ravenna: l’uomo e il poeta’, un’opera che sarebbe opportuno ripubblicare come già fecero le edizioni di Libro Aperto dirette da Antonio Patuelli che hanno riproposto lo scorso anno, in collaborazione con la Fondazione Cassa, il saggio di Luigi Rava ‘Lord Byron e P.B.Shelley a Ravenna e Teresa Guiccioli Gamba’.

Silvio Bernicoli ricorda un componimento scritto il 14 luglio 1823 da tal Luigi Girò in calce al quale si legge la scritta “Sul biliardo di Lord Byron inglese” e lo stesso Bernicoli così commenta questa curiosità: “Questo biliardo, che conservava il nome del Byron, forse o come donatore o come assiduo ed esperto giuocatore, evidentemente stava nella casa Vizzani, la quale era locanda ed era frequentata specialmente dalla gioventù nobile e più colta della città”. C’è anche una curiosità astronomica. Il 7 settembre del 1820 Byron partecipò a un raduno a villa Gamba di Filetto per osservare una eclissi anulare di sole. Nel parco erano state predisposte file di sedie e tavolini sui quali erano stati sistemati strumenti e vetrini per l’osservazione. Byron giunse mentre l’eclissi era già in corso e la osservò con un piccolo cannocchiale che gli aveva riservato Teresa Gamba. Si è sempre detto, infine, che il nome “zuppa inglese” è legato al poeta perché un commesso del palazzo Guiccioli quando portava a Byron qualche manicaretto diceva: “A veg a purté la soppa par l’ingles”. Leggenda metropolitana? A volte anche le leggende diventano storia.

Franco Gàbici