Marcegaglia, rinnovo del contratto. I sindacati spaccati. Fiom Cgil, Usb:: "La responsabilità della maggioranza"

Nei primi giorni di luglio si era raggiunta una ipotesi di accordo unitaria poi sottoposta al referendum dei lavoratori che però hanno consegnato un giudizio negativo alle parti sindacali.

Marcegaglia, rinnovo del contratto. I sindacati spaccati. Fiom Cgil, Usb:: "La responsabilità della maggioranza"

Marcegaglia, rinnovo del contratto. I sindacati spaccati. Fiom Cgil, Usb:: "La responsabilità della maggioranza"

Continua la trattativa per il contratto integrativo alla Marcegaglia di Ravenna: i sindacati sono divisi, con Fim e Uilm che trattano e Fiom e Usb lavoro privato che contestano le modalità con le quali la trattativa va avanti. Ma facciamo un passo indietro per capire la questione. Dal mese di giugno in Marcegaglia si è aperta la trattativa per il rinnovo del contratto integrativo aziendale. A cinque mesi dall’inizio delle trattative la situazione è quanto meno inconsueta. Nei primi giorni di luglio si era raggiunta una ipotesi di accordo unitaria (presenti i sindacati Fiom Cgil, 6 delegati; Uilm Uil 6 delegati; Fim Cisl 4 delegati; Usb Lavoro Privato 1 delegato) poi sottoposta al referendum dei lavoratori che però hanno consegnato un giudizio negativo alle parti sindacali. Dopo il primo referendum unitario e dopo lo spoglio delle urne e l’affissione dei risultati, i sindacati Fim e Uilm hanno deciso – si legge in una nota congiunta di Fiom e Usb lavoro privato - di far votare nuovamente pur con la contrarietà di Fiom e Usb, che avevano accettato il voto negativo. Il nuovo referendum ha visto più votanti del primo ma ha dato sempre esito negativo. A quel punto, i sindacati tornavano, unitariamente, in assemblea per farsi consegnare un nuovo mandato dai lavoratori che chiedono una parte integrativa di salario certo e fisso. Dopo un’ulteriore tornata di incontri unitari il 10 di ottobre, si spacca ancora il tavolo non solo nei confronti dell’azienda ma anche tra sindacati, con Fiom e Usb fermi sulle richieste fatte dai lavoratori di parti di salario certo, e Fim e Uilm che invece continuavano a stare al tavolo nonostante il diniego da parte della direzione aziendale Marcegaglia di trattare su quanto richiesto nel mandato. A fronte di un aumento sostanziale del costo della vita e della mancata indicizzazione dei salari all’inflazione nonché delle dichiarazioni di Emma Marcegaglia alla stampa nella quale dichiarava che gli stipendi degli operai sono bassi, Fiom e Usb consci dalla possibilità di contrattare solo ogni 3-4 anni, dichiaravano sciopero, ma nonostante la sua riuscita, Fim e Uilm continuavano la trattativa e il 23 e 25 ottobre si sono presentati ai lavoratori in assemblea proponendo una sorta di nuovo contratto. Nelle assemblee Fim e Uilm non hanno spiegato se si trattasse di un accordo già siglato, di una ipotesi di accordo o altro".

Continua la nota di Usb Lavoro Privato Fiom Cgil: " Nell’incertezza, molti lavoratori si sono rivolti ai sindacati Fim e Uilm ma non hanno ricevuto risposte sulla natura di quanto esposto nelle assemblee. Avendo anche dai propri iscritti richieste in tal senso, ma non partecipando al tavolo, Fiom e Usb il 27 ottobre hanno chiesto lumi ai protagonisti della trattativa (azienda e sindacati Fim e Uilm) senza ottenere risposta". "Essendo i delegati di Fim e Uilm assieme maggioranza, hanno l’autorità – continua la nota - della contrattazione ma anche l’onere della chiarezza. Nel frattempo Fiom e Usb informeranno i lavoratori di tale situazione.

Giorgio Costa