Marinara, il progetto bocciato: "Votai ’no’ in commissione. Sorgeva? Ha salvato il porto"

Alfredo Petrone, assessore all’Edilizia nella giunta D’Attorre ricorda la nascita della struttura: "L’idea iniziale era una stecca di cemento lunga 80 metri sul mare....".

Marinara, il progetto bocciato: "Votai ’no’ in commissione. Sorgeva? Ha salvato il porto"

Marinara, il progetto bocciato: "Votai ’no’ in commissione. Sorgeva? Ha salvato il porto"

Le ultime vicende di Marinara a Marina di Ravenna, in particolare la vendita annunciata a sorpresa nei giorni scorsi, portano inevitabilmente indietro nel tempo, a quando il porto turistico era solo un progetto di cui si discuteva a livello istituzionale. Uno dei protagonisti di allora, Alfredo Petrone, assessore all’Urbanistica nella giunta D’Attorre, leggendo nei giorni scorsi le parole di Vidmer Mercatali, sindaco all’epoca dell’avvio dei lavori, è stato catapultato con la memoria all’interno di una commissione edilizia di esattamente ventisette anni fa, durante la quale fu proprio lui a bocciare l’iniziale progetto di Marinara.

Petrone, a quale commissione consiliare si riferisce?

"Era il 1997, fine maggio o inizi di aprile. Si stava concludendo la legislatura di Pier Paolo D’Attorre, che purtroppo sarebbe scomparso di lì a poco. A quella commissione partecipavo come assessore e il regolamento prevedeva che l’assessore potesse votare solo se il numero dei membri presenti era pari".

Ed è quello che accadde.

"Sì. Diedi parere negativo e il progetto fu bocciato. Era davvero un progetto non realizzabile, in pratica una stecca di 70, 80 metri di cemento alta tre, quattro piani di un grigio molto scuro. Il colore mi colpì, lo ricordo ancora. E ricordo anche che la discussione sul progetto non era stata particolarmente accesa".

Come se si desse per scontato che il progetto sarebbe stato approvato?

"Non direi questo. Piuttosto si percepì la sorpresa per il fatto che non era passato".

Cosa accadde dopo la commissione?

"Tornai nel mio ufficio. L’Assessorato all’Urbanistica e all’Edilizia era in viale Farini, di fronte alla stazione ferroviaria, dove verrà realizzato lo studentato universitario. Ero entrato da dieci minuti e ricevetti due telefonate, evidentemente qualcuno che era in commissione aveva avvisato della bocciatura. La prima era di un collega assessore, ma non si trattava di Mercatali sia chiaro, che me ne disse di tutti i colori per non aver approvato il progetto. Gli risposi di non intromettersi e gli ricordai che l’assessore all’Urbanistica ero io".

L’altra telefonata?

"Era l’amministratore delegato di Seasar, di cui non ricordo il nome. Dire che fu poco gentile è un eufemismo, mi chiese come mi ero permesso di bocciare il progetto. Era arrabbiatissimo".

Alla luce di quello che è accaduto negli anni successivi, fino all’ultimo capitolo della vendita, che idea si è fatto di Marinara? Cosa non ha funzionato?

"Concordo con quanto ha detto anche Vidmer Mercatali. Dovevano essere coinvolti società e imprenditori del settore. Non ci si può improvvisare nella gestione di una marineria. Occorreva l’imprenditorialità giusta, perché le potenzialità c’erano tutte perché il progetto funzionasse".

L’intervento di Sorgeva, una coop agricola, è stato un salvataggio.

"Sì, è stato un salvataggio, un’operazione dove la politica ha avuto un ruolo determinante".

Annamaria Corrado