"Maxi-pannello solare contro il caro energia"

L’investimento del calzaturificio Emanuela di Bagnacavallo, gestito da Emanuela Bacchilega, che si è visto triplicare le bollette

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Combattere il caro energia investendo, senza ridurre i turni di lavoro o, peggio, chiudere i battenti. L’esperienza del calzaturificio Emanuela di Bagnacavallo è certamente rappresentativa di come una piccola e media impresa della provincia ravennate, reagisca all’attuale situazione di crisi energetica. Titolare dell’azienda è Emanuela Bacchilega, dinamica imprenditrice, impegnata anche come presidente provinciale di Confartigianato. "Abbiamo cominciato a darci una strategia energetica un paio di anni fa – spiega – aderendo al consorzio Caem, creato dalla nostra associazione nazionale. E abbiamo ottenuto importanti risultati in termini di contenimento dei costi. Quest’anno le bollette sono triplicate, da 1012 mila euro al mese a 30mila. Insomma, non proprio uno scherzo, anche se per altre imprese la percentuale di aumento è molto più alta".

Il calzaturificio lavora su due turni, non di notte, e questo contiene il consumo di energia "ma non potevamo proseguire a pagare bollette da 30mila euro e con un futuro davanti per quanto riguarda le forniture di gas, così pieno di incognite" aggiunge Bacchilega. Che ha così deciso di avviare un investimento di 400 mila euro in un impianto fotovoltaico. Il calzaturificio, che produce 700800mila paia di calzature l’anno, opera in uno stabilimento di 7.500 metri quadrati: tutto il tetto dei capannoni verrà ricoperto di pannelli fotovoltaici, con una capacità produttiva di 300 kilowatt di energia che da soli non renderanno autosufficiente l’azienda, obiettivo che però verrà raggiunto ottimizzando i consumi. "In pochi anni – aggiunge la titolare – avremo ammortizzato l’investimento e saremo al riparo da crisi energetiche e maxi bollette. In fondo, si realizza un’idea che avevo in mente da tempo e che davanti all’emergenza ho deciso di trasformare in realtà. C’è anche un aspetto di sostenibilità che sta alla base dell’investimento nel fotovoltaico, così come nell’utilizzo di prodotti naturali, o riciclati da gomme o abiti, per le nostre scarpe. Il settore della moda è molto sensibile alle tematiche legate alla sostenibilità e anche noi stiamo percorrendo questa strada".

Il marchio Emanuela fattura annualmente 5 milioni di euro, l’85% realizzato sul mercato italiano, il restante in export. "Qui lavorano una sessantina di dipendenti fissi e quasi altrettanti come indotto, rappresentato da piccoli laboratori del territorio. Non abbiamo mai pensato di delocalizzare, siamo consapevoli che un’azienda ha anche un ruolo sociale e vogliamo rispettarlo fino in fondo" commenta Bacchilega. Le preoccupazioni non sono comunque finite. "Contiamo di concludere i lavori di montaggio del fotovoltaico entro l’anno, poi speriamo che il gestore dei servizi energetici ci autorizzi in tempi brevi ad allacciarci alla rete nazionale. Ci sono tempistiche che prevedono mesi e mesi di attesa e questo si trasforma in costi crescenti. Spero che subentrino riforme per accelerare al massimo questi iter, perché altrimenti avremo un investimento fermo e improduttivo".

lo.tazz.