REDAZIONE RAVENNA

"Molti i clienti nuovi E boom delle consegne a casa"

"All’inizio la gente era spaventata, ha fatto scorte di carne. Abbiamo lavorato molto"

Emanuele Gabelli, titolare dell’omonima macelleria in via Zalamella, fa parte di coloro che hanno continuato a lavorare nonostante il virus. E ha vissuto in prima persona il cambio di abitudini date dal lockdown e il riflesso che questo ha avuto sul consumo di carne.

Gabelli, la gente ha riscoperto le attività di vicinato durante la quarantena?

"Sicuramente, la gente ha riscoperto i negozi piccolini. Forse avevano più fiducia a rivolgersi alle attività di quartiere, piuttosto che andare in un centro commerciale dove c’è molta gente".

Come sono andate le vendite durante il lockdown?

"Abbiamo lavorato molto di più che in un periodo normale. Nelle ultime settimane le cose si stanno normalizzando: stiamo tornando a lavorare come prima della quarantena. È brutto dirlo ma a noi il lockdown ha portato clienti, oltre che, come per tutti, tanti timori".

Ha visto arrivare clienti che non aveva mai visto prima? "Beh ho effettivamente notato delle differenze nel tipo di clientela rispetto a prima, ma la cosa che ha cambiato molto le cose è stata la consegna a domicilio. Non l’avevamo mai fatta, ed è stato un servizio apprezzato". Tanti hanno ordinato carne a domicilio?

"Sì, abbiamo lavorato molto con quella modalità, e soprattutto abbiamo fatto le consegne a gente che in negozio non avevamo mai visto".

Come la paura legata al contagio ha cambiato il vostro lavoro durante il lockdown?

"Il momento più impegnativo è stato durante le prime 23 settimane di quarantena collettiva. Era ancora tutto molto incerto, non si capiva come sarebbero andate le cose e temevamo che avrebbero imposto anche a noi la chiusura. La gente era spaventata, ha fatto scorte di carne. Abbiamo lavorato molto diversamente rispetto al solito".

E poi?

"Quando si è capito che il cibo c’era e avrebbe continuato a esserci la situazione si è tranquillizzata. Noi abbiamo lavorato molto anche perché, con i ristoranti chiusi, le famiglie mangiavano sempre tutto insieme, e quindi avevano bisogno di acquistare più prodotti".

Cosa avete venduto maggiormente?

"Uova, latte, pollo e maiale: di questi quattro alimenti ne abbiamo venduti un’esagerazione. I fornitori a un certo punto sono andati in difficoltà perché la richiesta era molto alta e non erano preparati: la situazione era ovviamente imprevedibile fino a poche settimane prima". sa.ser