"Nessuno stupro: così per 6 giudici"

Stupore dalla difesa del principale imputato per il ricorso della Procura ma "tranquilli per l’appello"

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"Francamente pensavo che il pubblico ministero non facesse appello dopo che sei giudici avevano fornito una visione autonoma e diversa da quella della pubblica accusa". L’avvocato Carlo Benini, che assieme alla collega Silvia Brandolini difende il principale imputato, è tornato sulle motivazioni dell’assoluzione (e sul ricorso del pm a stretto giro) relative al caso dei due giovani imputati di violenza sessuale di gruppo per induzione con abuso della condizioni della vittima, una 18enne reduce da una notte decisamente alcolica. Si tratta di un 30enne romeno, che in quella notte tra il 5 e il 6 ottobre 2017 aveva avuto il rapporto. E di un 31enne senegalese che aveva filmato tutto incoraggiandolo.

"Prima il tribunale della Libertà, che ha ritenuto di accogliere le mie richieste, e poi i giudici di merito - ha proseguito il legale -, hanno ripercorso sempre le argomentazioni difensive: mi pareva sufficiente per chiudere la vicenda. Il pm ha ritenuto di impugnare: e allora andremo di fronte alla corte d’appello ma tranquilli e sereni sul fatto che che le nostre argomentazioni possano nuovamente essere confermate".

Secondo Benini, "è pacifico che la ragazza abbia offerto il proprio consenso al rapporto. Probabilmente in seguito si è pentita: ha rimosso e ha ritenuto di dovere denunciare per scusare se stessa". Per l’avvocato "non c’è la calunnia perché lei intimamente ha ritenuto di dovere denunciare: era però ben conscia di avere dato il consenso". In merito al 30enne, "si sente chiaramente ancora sotto giudizio: sperava e pensava invece che la vicenda si fosse conclusa: anche perché lo ha molto provato, ha moglie e figli. E’ preoccupato di dovere aspettare altro tempo". In merito ad altre polemiche oltre a quelle successive alla sentenza dell’8 febbraio, "spero bene di no: le sentenze si appellano e non si giudicano. Il corteo mi è sembrato furori luogo: ognuno ha il diritto di manifestare ma lo deve fare a ragion veduta". Comunque sia, ora "non mi aspetto altre manifestazioni perché le motivazioni dell’assoluzione mi sembrano assolutamente pertinenti".

"Prendiamo atto del deposito dell’atto di appello. L’iniziativa della pubblica accusa rientra tra le facoltà riconosciute dalla legge alle parti processuali e, pertanto, non siamo rimasti sorpresi - ha detto l’avvocato Francesco Papiani che assieme alla collega Raffaella Salsano difende il 31enne -, ma anzi saremo fermi nel portare avanti ancora una volta le ragioni del nostro assistito anche nel secondo grado di giudizio. Siamo assolutamente sereni e fiduciosi che l’impianto argomentativo della sentenza del tribunale di Ravenna sarà confermato dalla corte d’appello di Bologna, trattandosi di pronuncia puntuale e ampiamente motivata in ogni aspetto rilevante della vicenda".