Bagnacavallo (Ravenna), 20 dicembre 2019 - Una casa nuova, una vita nuova. E una relazione malata. Una famiglia riservata, avvolta in un silenzio che ora fa rumore. Elisa Bravi, la vittima, e Riccardo Pondi, arrestato per la sua morte, erano sposati dal 2011 e vivevano da circa un anno e mezzo nella casa in cui è avvenuto il delitto (foto), in via Aguta. L’abitazione è isolata da tutte le altre, al termine di un vialetto lungo oltre 100 metri che si immerge tra i campi coltivati. Nessuno dei vicini che ieri mattina osservava la casa con occhi increduli ha mai udito dei litigi: da qui tutte le urla finiscono inevitabilmente inghiottite dalla nebbia e dalle campagne. La coppia si era trasferita dopo aver ristrutturato la casa, acquistata in pessimo stato. Nessuno dei due, però, aveva legami col paese di Glorie: entrambi sono cresciuti a Ravenna, e la famiglia di lui è storicamente originaria di Madonna dell’Albero.
Il vicinato e il paese ricordano solo la facciata della coppia: i visi giovani, le due nascite, i sorrisi. Quel sorriso che Elisa Bravi aveva sfoggiato anche qualche ora prima della morte, nel salutare le insegnanti della scuola materna frequentata da una delle figlie: "Era qui, rideva e scherzava – dicono dall’istituto, con l’amaro in bocca –. Pareva tranquilla, serena. Non ci saremmo mai aspettati una cosa simile, siamo tutti addolorati". In questi primi mesi Elisa Bravi aveva stretto qualche amicizia: "Ma sia lei che il marito erano molto riservati – dice una conoscente –. Lei aveva fatto amicizia con alcune famiglie che avevano figli della stessa età, so che si incontravano per andare in piscina assieme o per andare a mangiare una pizza. Non c’è mai stato un sospetto, era sempre sorridente. Solitamente era lei che andava a prendere le figlie da scuola, ma talvolta si presentavano anche i nonni o la baby sitter. Lei, inoltre, aveva cambiato lavoro da poco: i primi tempi qui diceva che stava cercando un impiego".
AGGIORNAMENTO In un foglio gli sms del marito geloso
La tragedia ha lasciato tanti sbigottiti, e i genitori della vittima sono chiusi nel dolore e nel riserbo. Contattato, il padre non vuole rilasciare dichiarazioni. Sono sbigottiti anche coloro che conoscono Riccardo Pondi. Colleghi ed ex colleghi mai avrebbero pensato che potesse essere al centro di una vicenda di questo tipo. Ma pochissimi, del resto, lo conoscevano davvero fuori dal lavoro. Riccardo Pondi aveva vinto il concorso per entrare nei vigili del fuoco, e stava frequentando il corso di formazione a Bologna al termine del quale sarebbe entrato a tutti gli effetti nel corpo. Diversi anni fa però aveva già prestato servizio, per brevi periodi di necessità, tra i vigili del fuoco: alcuni lo ricordano in provincia, e lo descrivono come un tipo tranquillo. Pondi aveva poi lavorato in diverse autoscuole del territorio. L’ultimo impiego da istruttore di guida è terminato nel 2018 dopo sei anni di servizio.
«Sono incredulo – dice un ex datore di lavoro –. Un ragazzo d’oro, una brava persona. È sempre stato disponibile e scrupoloso sul lavoro, non c’è mai stato uno screzio, mai un cliente insoddisfatto. Se n’è andato dicendo che lasciava il lavoro per dedicarsi maggiormente alla vita privata. Sapevo che era sposato, e in qualche rara occasione avevo visto la moglie, ma non le ho mai parlato. Esternamente sembravano felici". Ma quell’apparenza era coperta sempre da quel riserbo che tutti quanti ora ricordano: "Non parlava mai della sua vita a casa – prosegue l’ex datore di lavoro –. Traslocò a Glorie, e non me lo disse nemmeno. Era perfetto sul lavoro, ma non partecipava quasi mai alle cene o alle iniziative con i colleghi fuori dall’ufficio. Ci siamo accorti di non avere nemmeno una foto sua, neanche di gruppo". Quella riservatezza la si percepisce anche su internet, dove non c’è traccia di Elisa Bravi e Riccardo Pondi. Ora, nel silenzio, resta solo l’augurio di Rosa Felici, vicina di casa: "Speriamo che la giustizia funzioni".