Omicidio Bagnacavallo, l'amica di Elisa Bravi. "Sembravano una coppia affiatata"

L’ex collega della vittima: "Riccardo mi era sempre sembrato pacato e tranquillo"

Bagnacavallo, Riccardo Pondi deve rispondere dell'omicidio di Elisa Bravi (Zani)

Bagnacavallo, Riccardo Pondi deve rispondere dell'omicidio di Elisa Bravi (Zani)

Bagnacavallo (Ravenna), 22 dicembre 2019 - «È assurdo, ancora non ci credo». A parlare è una delle amiche di Elisa Bravi, una di quelle che era riuscita a mantenere contatti con lei anche negli ultimi anni. 

false

Leggi anche Sms di gelosia al setaccio - Comunità sotto choc: "Mai sentiti litigare"

Da quanto conosceva Elisa?  «Dal 2008. All’epoca iniziai a lavorare alla Noble, in cui lavorava anche lei. In seguito ho cambiato lavoro: da allora ci siamo viste meno spesso, ma non abbiamo mai smesso di sentirci».

Quando l’hai vista l’ultima volta?  «A settembre 2018, direi. Lei aveva cambiato casa e lavoro e gli eventi ci avevano portato a vederci meno frequentemente. Continuavamo però a scriverci, e l’ultima volta ci siamo sentite a metà ottobre».

Cosa vi siete dette? «Mi aveva scritto che era felice perché col lavoro andava tutto bene, che Riccardo aveva vinto il concorso dei vigili del fuoco. Diceva che era un po’ preoccupata perché questo lo avrebbe portato lontano, ma che poi c’era la possibilità che lavorasse a Ravenna». 

Elisa le aveva mai parlato di problemi col marito? Le aveva detto che stavano facendo terapia di coppia?  «No, assolutamente. Sembravano affiatatissimi». 

E Riccardo? Lo conosce?  «Sì, quando ci vedevamo lo facevamo come coppie. Riccardo mi era sempre sembrato pacato, quasi serafico. Ogni volta che si parla di femminicidi al telegiornale tutti dicono questo dei compagni, e io ogni volta penso: ‘Ma dai, ma come è possibile’. Eppure, ora sono qui a dire lo stesso. Mai mi sarei aspettata una cosa del genere da lui. Non si arrabbiava mai, neanche con le figlie». 

Riccardo le era sembrato un tipo geloso?  «No, non sapevo neanche che le controllasse il cellulare. Era difficile, da fuori, capire cosa stava succedendo veramente». 

Elisa com’era?  «Sempre di buon umore. Non l’ho mai vista arrabbiata, o triste… In tutto sapeva trovare un lato positivo, anche quando le parlavo dei miei problemi. Era solare, energica». 

Aveva iniziato a lavorare alla Consar da un anno e mezzo. Prima cosa faceva?  «Aveva lavorato per diversi anni alla Noble, poi era stata a casa per prendersi cura delle figlie». 

Elisa non era sui social, secondo lei era una sua scelta, o dettata dalla gelosia del marito? «No, era una scelta sua. Lei aveva un profilo online tanti anni fa, ma lo ha chiuso da tempo. Anche per il suo matrimonio, nel 2011, io postai una foto e lei mi chiese di toglierla. Mi disse che aveva fatto lo stesso anche con le altre amiche».

Elisa e Riccardo hanno vissuto prima in zona Poggi, poi a Madonna dell’Albero. E infine un anno e mezzo fa si sono trasferiti a Glorie, in una casa molto isolata. Una scelta singolare. Gliene aveva parlato?  «Sì, ricordo quando lei e Riccardo ce lo dissero. Eravamo a casa nostra a mangiare. Erano felici, ricordo che io guardai Elisa e le dissi: ‘Ma voi siete pazzi’. Per come sono fatta io non vorrei vivere isolata da tutti. Loro erano entusiasti. È stato inaspettato: avevano da poco ristrutturato la casa a Madonna dell’Albero». 

Avevano fatto dei lavori? «Sì. Quella di Madonna dell’Albero era una bella casa, con un piccolo giardino. Avevano anche un gatto e un coniglio. Ma Elisa mi disse che il loro sogno era vivere in campagna e far crescere le bambine all’aperto, mentre quella casa si trovava in una strada trafficata. Alla fine l’hanno venduta».