Omicidio Ballestri, sopralluogo della difesa di Cagnoni. "La villa è sottosopra"

No alla riattivazione dell’allarme: "Era dirimente"

Omicidio Ballestri, sopralluogo della difesa di Cagnoni

Omicidio Ballestri, sopralluogo della difesa di Cagnoni

Ravenna, 4 settembre 2019 - Il verde ha riconquistato ogni anfratto, il giardino è ormai una giunga impenetrabile se non per gatti e zanzare. Se possibile la lussuosa villetta liberty di via padre Genocchi è luogo ancor più lugubre di quando, la mattina del 16 settembre 2016, alla 39enne Giullia Ballestri furono cancellati il volto e la vita. E, soprattutto, l’interno è completamente sottosopra, la scena del crimine del tutto alterata sebbene già cristallizzata a suo tempo dall’accusa. Ne ha avuto riscontro, ieri mattina per la prima volta, anche la difesa di Matteo Cagnoni (VIDEO), il medico 54enne e marito della vittima, in carcere con condanna in primo grado all’ergastolo.

Poco meno di un’ora di sopralluogo, autorizzato dalla Corte d’assise d’appello di Bologna e concordato con la Procura di Ravenna, che l’avvocato Gabriele Bordoni ha svolto unitamente all’avvocato Giovanni Medri (curatore del patrimonio) avvalendosi di due periti – tra cui il tecnico informatico Lorenzo Benedetti – per effettuare riprese audio-video dentro la villa. Assieme a loro, ad accompagnarli e togliere i sigilli, tre poliziotti della squadra mobile.

Fissato in precedenza per il 24 giugno, il sopralluogo fu rimandato in quanto la polizia trovò porte sfondate e segni di intrusione, constatando tracce di bivacco, sporcizia e oggetti spariti tra cui i famosi quadri che nel processo sull’omicidio ebbero un ruolo importante. Aspetti sui quali la Procura ha aperto più fascicoli d’indagine. L’obiettivo principale della difesa era approfondire un elemento specifico, il funzionamento dell’impianto d’allarme – altro aspetto su cui al processo si è molto dibattuto –, cosa risultata non possibile.

«Per noi si trattava di un elemento dirimente – spiega l’avvocato Bordoni –, abbiamo chiesto di riattivarlo temporaneamente, ma questa possibilità ci è stata negata in quanto ci è stato detto che avrebbe determinato un’alterazione dello stato dei luoghi. A dire il vero la scena è già del tutto alterata, la villa è a soqquadro, la scalinata è coperta di oggetti e gli ambienti sono irriconoscibili rispetto alle immagini allegate agli atti del processo. Avrei voluto osservare anche i quadri di cui tanto si è parlato, ma non ce n’è traccia. Abbiamo comunque effettuato una registrazione panoramica all’interno e faremo presente tutto ciò alla Corte».

Proprio in vista dell’appello, fissato per il 25 e 26 settembre, la difesa sta affinando alcuni aspetti. Rispetto al faldone già predisposto dall’avvocato Giovanni Trombini, che difese Cagnoni in primo grado, l’avvocato Bordoni integrerà alcuni elementi, mantenendo e approfondendo come richiesta subordinata alla richiesta di assoluzione quella della perizia psichiatrica. Presenterà richieste integrative di elementi di prova che, qualora accolte dalla Corte, potrebbero allungare i tempi del processo.