
Ravenna, 18 giugno 2023 – Il sicario reo confesso era "pienamente capace di intendere e di volere" al momento del delitto. È insomma "manifestamente infondata" la richiesta della difesa per una perizia psichiatrica. Allo stesso tempo Pierluigi Barbieri, 55 anni, alias la Furia o lo Zingaro e tutt’ora detenuto a Reggio Emilia - provincia nella quale negli ultimi tempi abitava assieme alla compagna -, con le sue "coerenti e dettagliatissime confessioni", va considerato assolutamente credibile: gli inquirenti hanno riscontrato "perfettamente tutto il suo agghiacciante racconto". Ed ecco allora a specchio una ulteriore ragione di conferma dell’ergastolo anche per il secondo imputato, ovvero il delineato mandante: il meccanico faentino Claudio Nanni, 57 anni a settembre, marito della vittima in via di separazione con conseguente conflittualità economica individuata quale innesco del movente.
Nessun sussulto è arrivato dalle motivazioni, appena depositate, della sentenza con la quale la corte d’assise d’appello di Bologna il 5 aprile scorso aveva confermato il fine pena uscito il 28 febbraio 2022 dalla penna dei giudici ravennati. Al centro di tutto, il delitto della 46enne Ilenia Fabbri massacrata il 6 febbraio 2021 nel suo appartamento di via Corbara a Faenza. Un omicidio che, grazie alle indagini della polizia coordinate dal pm Angela Scorza, è stato disvelato in ogni suo dettaglio. E proprio in ragione della collaborazione offerta da Barbieri, per quanto riguarda Furia - difeso dagli avvocati Marco Gramiacci e Simone Balzani -, secondo i giudici felsinei presieduti da Orazio Pescatore, i motivi d’appello sono condivisibili "esclusivamente con riferimento alla concessione delle attenuanti generiche". Il resto invece va confermato dato che tutte le questioni emerse in primo grado, sono state "affrontate e risolte con dovizia e profondità di motivazione". Ma nemmeno con le generiche, le cose per Barbieri sono cambiate: i giudici, pur concedendole per via di confessioni su "precedenti tentativi non riusciti e particolari raccapriccianti dell’esecuzione", le avevano infatti "ritenute minusvalenti rispetto alle aggravanti".
Su questo fronte , nelle motivazioni sono stati elencati vari punti caldi in ragione dei quali "la pena adeguata e congrua al delitto commesso e alla personalità dell’imputato è ESCLUSIVAMENTE (sic) quella dell’ergastolo". A partire dall’azione: "L’imputato ha intenzionalmente sgozzato una donna su incarico altrui" dopo avere provato a soffocarla con il manico di un martello alla gola. Ci sono poi la "intensità del dolo", la "lucidissima e lunghissima premeditazione" per riuscire a orientarsi nella casa di lei. E quindi i "numerosi, gravi e specifici precedenti penali" del 55enne. Fino ai "motivi del delinquere: vale a dire incassare un importo complessivo di 40 mila euro", cioè 20 mila e un’auto usata di pari valore nella disponibilità della defunta.
Ragionamento analogo è stato proposto anche per Nanni - difeso dall’avvocato Francesco Furnari - per il quale la "pena adeguata è ESCLUSIVAMENTE (sic) l’ergastolo". Barbieri - ha puntualizzato la corte - "mai si è contraddetto o è stato smentito". E in quanto alla sua pericolosità, per i giudici era evidente: come dire che Nanni non poteva certo sostenere di averlo ingaggiato solo per spaventare le moglie senza torcerle un capello. "La disponibilità del Barbieri a uccidere donne che danno ’fastidio’ a mariti o conviventi - proseguono le motivazioni - è emersa pacificamente dalla stessa ammissione" del 55enne. Ovvero "non una caratura criminale sfocata e approssimativa, come sostenuto in appello" ma "chiarissima e inequivocabile".