GIORGIO COSTA
Cronaca

Palazzo Vitelloni all’asta. Si parte da 3,7 milioni. Ospitava Bankitalia, il futuro è incerto

Appuntamento il 13 agosto per capire quale sarà la prossima vita dell’immobile. L’edificio tra le vie Gardini e Guerrini è sottoposto a vincolo storico-artistico. Sfumata l’acquisizione da parte dell’agenzia delle Dogane.

Appuntamento il 13 agosto per capire quale sarà la prossima vita dell’immobile. L’edificio tra le vie Gardini e Guerrini è sottoposto a vincolo storico-artistico. Sfumata l’acquisizione da parte dell’agenzia delle Dogane.

Appuntamento il 13 agosto per capire quale sarà la prossima vita dell’immobile. L’edificio tra le vie Gardini e Guerrini è sottoposto a vincolo storico-artistico. Sfumata l’acquisizione da parte dell’agenzia delle Dogane.

Andrà all’asta il prossimo 13 agosto palazzo Vitelloni, ex sede della Banca d’Italia, tra via Gardini e via Gerrini, con un prezzo base per la vendita di 3,7 milioni. I rilanci ammessi sono pari al 10% del valore e saranno dunque di 370mila euro ed entro settembre si saprà chi sarà l’acquirente (se vi sarà). L’immobile è sottoposto al vincolo di interesse storico-artistico. Si apre quindi la possibilità di un nuovo utilizzo per un palazzo storico cittadino che dopo la chiusura definitiva degli uffici stabilita dallo Stato nel 2010 che ha accentrato le sedi romagnole della Banca d’Italia a Forlì. Nel frattempo è sfumata l’acquisizione da parte dell’agenzia delle Dogane e allora l’immobile sta andando sul mercato. Il complesso si sviluppa su circa 4mila metri quadrati; il palazzo è Seicentesco, venne costruito dai conti Ginanni-Maroncelli poi lo stabile fu acquisito nel tardo Settecento dai conti Vitelloni, famiglia originaria di Lodi, spesso rimasta in secondo piano nelle vicende ravennati. Dai Vitelloni il palazzo passò quindi ai Guiccioli, ai Rasponi e da questi ultimi fu venduto alla Banca d’Italia nel 1868.

L’immobile – come si legge nell’avviso di vendita pubblicato da Bankitalia – viene venduto "a corpo e non a misura, nello stato di fatto e di diritto in cui si trova o si troverà al momento della sottoscrizione dell’atto di compravendita, con le relative destinazioni d’uso, accessioni, pertinenze, diritti e obblighi derivanti anche dai contratti di locazione eventualmente in essere, oneri, canoni, vincoli, servitù attive e passive esistenti e/o imposti dalle vigenti leggi". La Banca d’Italia non garantisce la funzionalità e conformità alla vigente normativa degli impianti presenti nell’Immobile; pertanto, tutti gli eventuali adeguamenti saranno da effettuarsi a cura e spese dell’acquirente.

Entro il mese di settembre 2025 la Banca d’Italia comunicherà l’esito della valutazione a tutti coloro che hanno presentato una manifestazione di interesse. Ma chi potrebbe essere il futuro acquirente? A quanto risulta le due Fondazioni bancarie si sono già impegnate in due importanti ristrutturazioni (palazzo Rasponi dalle Teste la Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna e Palazzo Guiccioli la Fondazione della Cassa di Risparmio di Ravenna) e ora appaiono fuori gioco. "L’unica strada – spiega l’immobiliarista Fabrizio Savorani, responsabile corporate della Romagna per Gabetti e titolare della Scor di Ravenna – è quella di un investitore che rilevi la struttura. La destinazione più logica sarebbe quella alberghiera, con una struttura di livello di cui a Ravenna si sente l’esigenza. Resta il problema che se è vero che il costo appare appetibile, sotto i mille euro al metro, è altrettanto vero che se ne spendono più del doppio per ristrutturarlo e poi ci sono vincoli artistici da valutare".

Sarebbe interessante fare entrare in gioco capitali esteri ma non è facile. "Avevamo imprenditori turchi interessati allo sviluppo della Darsena ma per ora stanno rinviando l’appuntamento – spiega Savorani – e si tratta di uno slittamento che non lascia trasparire nulla di buono".