Marina Romea: pino crolla sulla strada e colpisce uno scooter

Tragedia sfiorata. L’assessore Gallonetto: "Abbiamo commissionato uno studio, ma il sospetto è che sia colpa della siccità"

I vigili del fuoco ieri mattina a Marina Romea. Lo scooterista è caduto a terra (foto Zani

I vigili del fuoco ieri mattina a Marina Romea. Lo scooterista è caduto a terra (foto Zani

Marina Romea, 23 agosto 2022 - Sembrava perfettamente sano, finché non è crollato. E per poco non ha ferito un motociclista. Ieri mattina verso le 6 a Marina Romea un grosso pino è caduto: in quel momento stava passando uno scooterista, colpito per fortuna in maniera solo marginale dall’albero. Il ragazzo è caduto dal mezzo ma senza conseguenze. La tragedia è stata ’solo’ sfiorata: un secondo di differenza e forse non ce l’avrebbe fatta. L’incidente è avvenuto in viale Italia nei pressi dell’intersezione con viale delle Mimose, e ciò che maggiormente colpisce è che l’albero appariva perfettamente in salute. L’episodio ricorda quello del 27 giugno scorso a Marina di Ravenna, in via Ciro Menotti, quando un pino colpì in pieno un autobus.

"Come in quel caso, anche stavolta faremo redigere uno studio più approfondito da un agronomo – spiega Igor Gallonetto, assessore con delega al Verde pubblico – che però sembrano molto simili a quelle che hanno portato al cedimento del pino a Marina di Ravenna". Il sospetto è che dietro al crollo del pino di Marina Romea ci sia la siccità degli ultimi mesi: "Nel rimuoverlo, abbiamo notato un distaccamento dei tessuti dell’albero nel tronco – prosegue Gallonetto – e che sarebbe dovuto alla situazioni climatica degli ultimi tre mesi. Si nota proprio una scollatura dell’impianto di sostegno dell’albero, che porta poi un’essiccazione del tronco e a un cedimento. Per descrivere la situazione di quell’albero potrei dire che è come aprire un uovo sodo e dentro trovare il rosso perfettamente conforme ma scollato dal bianco. La risposta finale, però, ce la darà l’agronomo".

Il problema è che non c’è modo di capire quando un albero si trova in questa situazione: potrebbero quindi verificarsi altri crolli, con tutti i rischi del caso. "Per rilevare il problema occorrerebbe un prelievo all’interno del tronco così invasivo da minare la stabilità dell’albero stesso – aggiunge Gallonetto –. In viale Italia si sono seccati anche tre platani: anche questo ci fa ritenere che tutto sia dovuto alla protratta siccità. Il platano si secca e rimane in verticale, diverso è il discorso invece per il pino. L’agronomo Giovanni Morelli, che ha analizzato il pino caduto a fine giugno a Marina di Ravenna, ha scritto che quanto accaduto non avrebbe potuto essere né prevenuto né preventivato". Alla base di tutto, insomma, c’è il cambiamento climatico che agisce su piante arrivate qui in tempi molto diversi: il pino di Marina aveva 80 anni. "E ora questi alberi trovano una situazione climatica e di idratazione del terreno completamente snaturata" spiega Gallonetto.

A questo si somma la difficoltà nel fare tenere controllato su un patrimonio di alberature vasto come quello del Comune. Il pino a Marina Romea si trovava su suolo demaniale, ma la manutenzione viene effettuata dal Comune. Le piante censi te la cui manutenzione ricade su Palazzo Merlato sono 60mila, a cui se ne aggiungono altre 20/30mila il cui censimento è in corso ora. E questi numeri non contemplano le piante nelle pinete demaniali e comunali. "La manutenzione è costante, ma non possiamo controllare 100mila piante in un anno" spiega Gallonetto.

Già ieri Azimut ha iniziato a fare delle verifiche nella zona di viale Italia. In città di recente ha fatto discutere la rimozione di alcuni pini in via Maggiore. "Lì siamo stati tempestivi ma anche fortunati, perché siamo intervenuti prima della tempesta della settimana scorsa – aggiunge Gallonetto –. Sono abbattimenti fatti a malincuore, ma è per la sicurezza". Viene da chiedersi se i pini, simbolo di Ravenna, possano resistere sul nostro territorio. E la risposta è no. "Diventa difficile pensare a una ripiantumazione di arredo con nuovi esemplari – dice infine Gallonetto –. Dobbiamo guardare al futuro, a individuare specie che riescano a mantenere il connubio tra verde e sicurezza".