Più pannelli solari sugli edifici del centro

Al momento sono 157 gli immobili che ne sono dotati. Al vaglio anche l’ipotesi di impianti agrofotovoltaici da collocare sopra le coltivazioni

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Ha preso il via l’iter per consentire a un numero maggiore di edifici pubblici e privati di collocare pannelli solari sui tetti degli edifici del centro storico di Faenza. Al momento sono appena 157 gli immobili dotati di pannelli termosolari o fotovoltaici, pressoché tutti oltre le mura: cifre risibili dinanzi alla fame di energia rinnovabile che ha una città italiana di medie dimensioni come Faenza. Benché il centro storico manfredo appaia fondamentalmente neoclassico – fu tra la fine del ‘700 e negli anni del dominio napoleonico di inizio Ottocento che il volto della città cambiò radicalmente, assumendo quell’impronta che la rende in qualche modo unica fra le città italiane – gran parte di esso è vincolato dalla Soprintendenza esattamente come i comuni più spiccatamenti medievali e rinascimentali, al punto che fino a ieri appariva impossibile collocare i pannelli sulla maggior parte dei tetti: facevano eccezione solo gli edifici costruiti dopo la Seconda guerra mondiale, prevalentemente sorti al posto di precedenti costruzioni cadute vittime dei bombardamenti.

Con il Piano urbanistico generale l’amministrazione intende riportare la città al passo coi tempi sul fronte dell’autoproduzione energetica, diventata drammaticamente d’attualità dopo la crisi innescata nel settore dal conflitto in Ucraina. Sul tema la maggioranza di centrosinistra aveva chiesto un’accelerata, con un documento presentato ieri in consiglio comunale da Pd, 5 Stelle, Coraggiosa, Italia Viva e Faenza Cresce, con il supporto di Verdi e socialisti. Con le modifiche in cantiere da oggi i tetti del centro storico su cui sarà possibile collocare i pannelli salgono dal 16% al 38%: sono esclusi gli edifici che si affacciano sui monumenti. "Cifre analoghe per il centro storico di Granarolo faentino", ha spiegato l’assessore con deleghe ad Ambiente e Urbanistica Luca Ortolani, "che passa dal 13% al 31%". Non toccato dalla normativa il terzo centro storico che sorge sul territorio comunale, quello di Oriolo: sui pochi metri quadrati del nucleo che sorge attorno alla torre continuerà a non essere possibile collocare pannelli solari. "Per le comunità energetiche di vicinato occorrerà attendere i decreti attuativi", hanno proseguito Ortolani e il vicesindaco Andrea Fabbri, "ma su tetti quali quelli degli istituti Oriani e Bucci, di proprietà pubblica, ci si potrà già mettere al lavoro". Al vaglio anche l’ipotesi di impianti agrofotovoltaici da collocare sopra le coltivazioni, su pali dell’altezza di quattro o cinque metri, in modo da consentire loro di convivere con le attività agricole, ma anche con parchi e orti. "Abbiamo comunque deciso di far partire ora l’iter per consentire ai cittadini di poter agganciare i bonus oggi previsti".

Filippo Donati