Pos obbligatorio, i tabaccai non gradiscono

"In alcuni casi ci rimettiamo". Da ieri va accettato anche per i pagamenti minimi. Per molti negozianti non cambia niente, per altri..

Migration

Carta di credito, prepagata, bancomat e simili forme di pagamento da adesso in poi dovranno essere accettate senza eccezioni negli esercizi commerciali, professionali e artigianali. Insomma nessuno potrà più dire di essere sprovvisto di una di quelle forme di pagamento, né si potranno millantare guasti alla rete o agli strumenti. Da ieri infatti il pagamento con il Pos è obbligatorio in caso di richiesta da parte del cliente. Chi dovesse rifiutare, come capitava neanche tanto raramente finora, dovrà pagare una sanzione pari a 30 euro oltre al 4% del valore della transazione per la quale sia stato rifiutato il pagamento elettronico. Una svolta insomma, per disincentivare il più possibile i pagamenti in contanti e quindi eventuale sommerso.

Ma il nuovo corso non soddisfa tutti, in particolare alcune categorie, come quella dei tabaccai. "Per noi – spiega Alfonso Massimiliano Francavilla, titolare della Tabaccheria bar Conte Max di via di Roma – la situazione cambia per le vendite relative alla tabaccheria: riguardo ai monopoli e agli altri servizi dello Stato gli agi infatti sono molto bassi e questo ci mette in difficoltà. Per fare un esempio, i costi del servizio per la ricarica telefonica è tale che ci rimettiamo". La questione cambia se ci si sposta nel bar. "In quel caso – conclude Francavilla – non cambia niente perché i pagamenti con carta e bancomat li accettiamo da sempre, senza problemi".

Gabriele Landi del distributore di benzina Ip sulla Statale Adriatica a Fosso Ghiaia, assicura che l’obbligo entrato in vigore ieri non porta grandi cambiamenti nella sua attività. "Di contante – dice – ce n’è sempre stato poco, quasi tutti chiedono di pagare con carta o bancomat. Tra l’altro è una formula di pagamento che io ho sempre accettato senza problemi. Certo a fine mese bisognerà fare i conti con tutte le commissioni e sarà una mazzata. Il canone del pos era un po’ calato, ma bisognerebbe lavorare per ridurlo ancora di più". Non cambierà niente o quasi per Gisella Renzini, titolare del negozio di calzature ‘Piccole orme’ in via Salara. "Nel commercio – assicura – chi non offre la possibilità di pagare con carta o bancomat? Lo trovo giusto, anche al bar, anche un semplice caffé si deve poter pagare con la carta. Il problema continuano a essere le commissioni, sono troppo alte e se davvero si vuole combattere il ‘nero’, il ‘sommerso’, bisogna lavorare su questo. All’estero l’utilizzo delle carte è di gran lunga maggiore perché le spese sono quasi nulle".

Anche per Roberto Tagiuri, delle omonime boutique di abbigliamento, l’utilizzo del Pos è un’abitudine consolidata da anni, quindi l’obbligo su richiesta della clientela lascia di fatto la situazione inalterata. "Diamo alla clientela – spiega – la possibilità di utilizzare il Pos anche a casa, in occasione delle consegne a domicilio, così è anche più comodo, per noi e per chi acquista". Infine Mirko Colanzi, titolare del Caffé Alighieri in via Gordini. "Questo obbligo – osserva – non ci cambia nulla. Siamo nel 2022 e per noi accettare pagamenti con carta o bancomat è sempre stato normale. Anche per un caffé. In realtà i costi non sono poi così alti e poi ci sono i turisti che, ovviamente, pagano con carta di credito, come succede a me quando sono in vacanza. Se poi le banche decidessero di ridurre i costi delle commissioni sarebbe ancora meglio, ma oggi stare a discutere se usare o meno il Pos, non ha senso".

Annamaria Corrado