ANDREA COLOMBARI
Cronaca

Processo Guerra, colpo di scena. Il giudice dispone perizia fiscale per valutare tutta la contabilità

Al vaglio tutti gli aspetti che hanno alimentato il primo e più grave capo d’imputazione del veterinario. L’incarico all’esperto verrà dato a metà maggio. La sentenza slitta verso fine anno.

Il dottor Mauro Guerra fuori dall’aula del tribunale

Il dottor Mauro Guerra fuori dall’aula del tribunale

Lui c’era. Anzi, tutti c’erano ieri mattina. Accomunati da un unico pensiero: che di lì a qualche ora avrebbero conosciuto la sentenza sul veterinario Mauro Guerra. E invece il giudice Piervittorio Farinella ha deciso per una perizia fiscale. Ovvero un approfondimento su tutto il primo capo d’imputazione. Non esattamente un dettaglio visto che è quello che prevede le pene più alte in caso di condanna. Basti pensare che dei 13 anni e 4 mesi di carcere chiesti in totale dalla procura, 7 erano relativi alle contestazioni fiscali via via dipanatesi a partire dagli ormai celeberrimi 616 mila euro trovati in una scatola di polistirolo in garage durante la perquisizione del 10 dicembre 2020 nell’allora ambulatorio di Sant’Antonio.

"Alla luce della documentazione acquista, delle memorie conclusive depositate dalle parti e delle osservazioni svolte nel corso della discussione" - ha scandito il giudice nella sua ordinanza -, è necessario "disporre una perizia finalizzata all’esame e alla complessiva ricostruzione della situazione contabile e finanziaria effettivamente riferibile all’imputato". Se ne riparlerà a metà maggio con il conferimento dell’incarico nel contraddittorio delle parti: lì, conosceremo i quesiti, cioè i punti non chiari secondo il giudice. E poi ci vorrà qualche mese per setacciare tutte quelle carte, comprese le agende del Guerra. Quindi andrà fissata un’udienza per consentire al perito di esporre le proprie conclusioni e agli esperti delle parti di intervenire per corroborare o contestare. E ancora una udienza per consentire a pm, parti civili e difese di sciorinare requisitorie e arringhe sulle questioni fiscali. Quindi eventuali repliche e camera di consiglio. A conti fatti insomma, è pronosticabile una sentenza non prima dell’autunno.

Le difese non hanno nascosto la loro soddisfazione per questo colpo di scena. Entrambi gli avvocati (Claudio Maruzzi e Antonio Vincenzi), avevano già depositato corpose contro-repliche alle repliche, sempre scritte, depositate già a marzo dal pm Marilù Gattelli prima del suo trasferimento a Firenze (ieri era sostituita dal viceprocuratore onorario Simona Bandini). Rimanendo nel solo alveo fiscale, il quadro sin qui tracciato dall’accusa è quello di una doppia contabilità in nero con magazzino in nero nel quale fare rientrare il giro d’affari. Nel mirino pure l’occultamento del 616 mila euro e l’ingente acquisto di terreni. Nella sua arringa, l’avvocato Vincenzi aveva sottolineato che "l’evasione complessiva contestata, ammonta a 1,6 milioni di euro: ma noi pensiamo che in quei numeri non ci sia nessuna attività da veterinario o da agricoltore". Il resto degli equivoci sui calcoli, sarebbe sorto ignorando lo stile di vita particolarmente frugale dell’imputato.

In aula a suo tempo Guerra aveva spiegato che l’attività agricola "occupa gran parte del mio tempo; e il reddito che ne ricavo, costituisce la maggior parte dei miei redditi". Altri ricavi gli arrivavano dalla produzione di energia elettrica con pannelli fotovoltaici. E poi il miele e una pensione per animali. Una vita tutta casa e lavoro - aveva detto -, tra campi e ambulatorio. Circa l’acquisto di terreni confinanti, "tutti soldi provenienti dai redditi dell’azienda agricola", aveva assicurato prima di aggiungere di avere "la soddisfazione di produrre in autonomia quasi tutto ciò che di alimentare si possa cercare". Sulle fatture, "il numero era molto variabile".E "il contante in parte veniva versato in banca e in parte tenuto in casa per mia tranquillità".

Andrea Colombari