Pronto soccorso Ravenna, mancano i medici. Carradori: "Il governo ci aiuti"

Il direttore dell’Ausl chiede che si assumano misure straordinarie: "La situazione non è più gestibile Le attese superano abbondantemente le 10 ore e i pensionamenti peggiorano le cose"

Il nostro Pronto soccorso

Il nostro Pronto soccorso

Ravenna, 16 luglio 2022 - Lunghe attese per gli utenti, superlavoro per gli operatori. Le difficoltà dei Pronto soccorso, dove la mancanza del personale medico si fa sentire in modo più marcato, sono purtroppo note. E Tiziano Carradori, direttore dell’Ausl Romagna, non le nega.

Carradori, quanti medici mancano nei Pronto soccorso della Romagna?

"La dotazione organica è di circa 200 persone, 199 per la precisione tra dipendenti, personale che ha un rapporto di collaborazione e liberi professionisti. Ne mancano circa 44. Tra questi 15 sono in corso di assunzione e dovrebbero prendere servizio entro la fine dell’estate".

C’è stato un concorso?

"Abbiamo espletato il sesto in 2 anni per il Pronto soccorso. In 35 anni di carriera mai mi era capitato di fare 6 concorsi in 2 anni per la stessa disciplina. Sono tornato in Ausl Romagna nel 2020 e ho lanciato tante volte l’allarme sui pochi medici".

Quali le possibili soluzioni?

"Servono misure straordinarie, non possiamo aspettare i frutti del raddoppio delle borse di studio, altri 5 anni. Subiamo gli effetti dei pensionamenti perché i medici italiani sono i più anziani dei Paesi Ocse: la media è 56/57 anni. Chi si occupa di programmazione nazionale non può non averne contezza".

Nel frattempo l’Ausl come sta affrontando la situazione?

"Ho preso decisioni tampone, e io sono il primo a saperlo. Tra queste ci sono le disposizioni di servizio, in modo che dai reparti ospedalieri possa esserci un aiuto per il Pronto soccorso".

In passato aveva affermato l’esigenza di assumere medici laureati senza specialistica. È un’idea che sostiene tuttora?

"Certo. Questa situazione richiede il ricorso a strumenti straordinari che solo chi legifera può adottare. Un laureato in Medicina è per legge abilitato all’esercizio della professione, in condizioni di urgenza deve poter essere assunto. La strutture private accreditate possono assumerli, il pubblico no. Perché? In condizioni come questa non è possibile forzare la regola?"

Qual è la situazione dei Pronto soccorso del Ravennate?

"A Ravenna dovrebbero esserci 39 medici, ma ne mancano 13. A Lugo ne mancano 3 su 15, a Faenza 2 su 18. Ma la situazione è difficile dappertutto".

E nel resto della Romagna?

"A Forlì mancano 7 medici su 27, a Cesena 5 su 47. A Rimini sono 7 medici su 38, a Riccione 8 su 16: tra questi 6 sono in via di assunzione. Lei pensi che per le automediche dovremmo avere 70 medici dell’emergenza territoriale, ma sono 43".

La questione, purtroppo, penalizza gli utenti più deboli

"Abbiamo attese al Pronto soccorso che oltrepassano abbondantemente le 10 ore. Questa cosa non è più gestibile da soli. Le regole attuali ci impediscono il reclutamento".

L’ondata estiva di Covid ha complicato le cose?

"La situazione è relativamente controllata, ma ci troviamo nel periodo delle ferie estive col 2/2,5% di dipendenti positivi. A livello di pazienti, sono un centinaio in provincia di Ravenna e altrettanto a Forlì-Cesena".

I sanitari dicono che le ’bolle Covid’ nei reparti costringono a lunghe vestizioni. Le ritiene la soluzione migliore?

"È vero che c’è questo disagio, ma ora le persone positive sono spesso ricoverate per altri problemi rispetto al Covid. Noi dobbiamo dare priorità al tipo di prestazione appropriata al bisogno assistenziale".

Aumenta il lavoro anche ai drive through e negli hub vaccinali. Servirà più personale?

"Dobbiamo concentrarci sulla vaccinazione, migliorando le performance sugli over 80, e questo richiederà personale. Ora molto dipende da come si svilupperanno le fasi successive della campagna, ma non possiamo più lasciare più indietro le prestazioni ordinarie".

Sara Servadei