Prostitute nel residence a Ravenna, la richiesta: "Il sindaco intervenga"

Interrogazione di Ancisi e Ancarani dopo l’intervento della polizia al ‘Mosaico’ in seguito ad un litigio fra due prostitute e un cliente

Una volante della polizia

Una volante della polizia

Ravenna, 27 novembre 2022 - ​La richiesta al sindaco è duplice: da un lato se possa confermare, attraverso la polizia locale in coordinamento con quella di Stato, la effettiva presenza di lucciole nella struttura. E dall’altro se, in ogni caso, "trattandosi di fenomeno esploso all’improvviso nella nostra città per quanto oggetto da anni di vocio circolante", voglia sollecitare una "costante e assidua vigilanza" in funzione di prevenzione ed eventuale repressione sottoponendo il caso al comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica" -

È’ quanto in una nota congiunta hanno auspicato i consiglieri comunali d’opposizione Alvaro Ancisi di Lista per Ravenna e Alberto Ancarani di Forza Italia in merito a una notizia, come loro stessi hanno dato atto, apparsa nei giorni scorsi sui quotidiani. Al centro della questione c’è il residence Mosaico il cui titolare e legale rappresentante, come noto, è Maurizio Bucci, conosciuto imprenditore ravennate con un passato di impegno politicotanto da essere stato candidato sindaco.

Il controllo della polizia nella struttura (squadra Mobile e Volanti) era scattato a fine ottobre – si legge nella nota che a sua volta rimanda all’articolo in questione - "a seguito di un litigio" la sera della domenica precedente, "che già aveva richiesto l’intervento" degli agenti, "tra due prostitute sudamericane e un cliente italiano, colpito con una bottigliata al capo. Tra le testimoni, altre ragazze". Quelle non in regola con le norme di soggiorno, erano state denunciate per ingresso illegale nello Stato, con pratiche per l’espulsione avviate. In tutto erano state identificate 12 persone alcune delle quali in odore di prostituzione: per questo erano partite valutazioni sulla corretta registrazione delle persone alloggiate nella struttura.

"Secondo la Costituzione – hanno precisato Ancisi e Ancarani - la potestà legislativa in materia di turismo è esclusiva delle Regioni". La legge quadro di riferimento specifica però che "la Regione Emilia-Romagna ha delegato al Comune tutte le funzioni amministrative connesse all’esercizio delle strutture ricettive". Tanto che il Comune "può in ogni momento verificare le condizioni di esercizio" per accertare, tra le altre cose, "la rispondenza dello stato degli immobili alle prescrizioni sulla destinazione d’uso dei locali" e se "il titolare o il gestore dà alloggio esclusivamente nel rispetto delle disposizioni statali in materia di sicurezza".

La competenza spetta allo sportello unico per le attività produttive. In materia di pubblica sicurezza, la norma di riferimento – prosegue la nota – è il Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza, che "stabilisce che tutte le strutture ricettive possono dare alloggio solo a persone munite della carta d’identità o di altro documento idoneo"; sono tenute "a consegnare ai clienti una scheda di dichiarazione delle generalità sottoscritta dal cliente" e devono "comunicare all’autorità locale di pubblica sicurezza le generalità delle persone alloggiate".

Da ultimo c’è il riferimento normativo alle lucciole: "Le attività degli agenti di pubblica sicurezza, come sono pure quelli della polizia locale, si esercitano anche vigilando sulle attività di prostituzione, come pure sulla permanenza illegale degli stranieri sul territorio dello Stato affinché, soprattutto, non siano sottoposte a favoreggiamento doloso". Ecco perché ora i due consiglieri hanno chiesto al sindaco di fare chiarezza.