Uno ‘psicologo di base’ nelle Case di comunità: è questa la richiesta avanzata nei giorni scorsi con un’interrogazione in Regione della consigliera Pd Nadia Rossi, in risposta agli strascichi della pandemia. Anche la Uil Fpl, il cui segretario regionale è Paolo Palmarini, da tempo sostiene la necessità dello psicologo di base come "importante e necessario investimento possibilmente e auspicabilmente con un modello uniforme a livello regionale, dove oggi la psicologia è strutturata in modo non sempre omogeneo". Dalla Uil spiegano che nella nostra provincia l’azienda Ausl conta circa 60 psicologi (circa 180 in Romagna), che hanno ovviamente visto aumentare il lavoro con la pandemia. Nell’ultimo anno nel nostro territorio sono state avviate esperienze di ‘psicologo di base’ nelle Case della salute di Russi, San Pietro in Vincoli, Lugo e Faenza: il servizio, limitato a poche ore alla settimana, ha visto un ottimo riscontro. Abbiamo parlato della delicata situazione attuale con Gabriele Raimondi, presidente dell’Ordine regionale degli psicologi. Raimondi, c’è stato un aumento delle richieste di aiuto? "Sì, forte. L’anno scorso in Emilia-Romagna i servizi pubblici hanno erogato 10mila colloqui, ma l’aumento importante è anche per i privati. Sono aumentati i vissuti di ansia e depressione, e le difficoltà nell’orientarsi in un mondo che cambia". L’impressione è che le conseguenze siano ritardate, ed emergano più forti ora rispetto a un anno fa. È così? "Sì, perché è un’emergenza permanente, per quanto suoni come una contraddizione. Siamo in una condizione particolare che non è la normalità, ma lo sta diventando. Questo causa stress e fatica". Quali sono le fasce d’età più in difficoltà? "I giovani sono sicuramente messi alla prova, ma anche gli adulti. Sono le due fasce più colpite, perché sono coloro che devono riequilibrare il fatto di proteggersi dal virus con la necessità di lavorare. Gli anziani sono in difficoltà da un ...
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