Pums, le contestazioni: "Servono più parcheggi. Le auto non sono il nemico. Intervenire sul Candiano"

Le associazioni di categoria smontano il Piano della mobilità sostenibile "Va ridotta la pressione del trasporto pesante su via Trieste" .

Pums, le contestazioni: "Servono più parcheggi. Le auto non sono il nemico. Intervenire sul Candiano"

Pums, le contestazioni: "Servono più parcheggi. Le auto non sono il nemico. Intervenire sul Candiano"

Prima di "sigillare" il centro storico alle auto servono parcheggi certi e comodi (e non certo all’Esp) senza procedere in modo ideologico alla lotta alle auto in centro trascurando il problema della grande mobilità sugli assi circonvallazione; perché non è che le polveri sottili salgono in cielo e ricadono dove sono prodotte, ma viaggiano con il vento e quel che accade in periferia ha impatto sul centro. Ad esempio, un secondo attraversamento del canale Candiano che riduca la pressione del trasporto pesante su via Trieste, forse vale più della Ztl in via D’Azeglio. Senza considerare l’aspetto dei costi: 140 milioni per i nuovi interventi infrastrutturali – istituire una nuova Ztl costa 80mila euro al chilometro, una pista ciclabile separata arriva a 300mila euro al km, una fermata di bus fino a 50mila euro – senza la garanzia di migliorie reali, sono davvero tanti. Anche perché le auto inquinano sempre meno e la maggior parte delle Pm10 è responsabilità dei riscaldamenti delle case e dei processi produttivi. Le categorie produttive - Confartigianato, Cna, Confcommercio e Confesercenti - partono all’attacco del Pums (Piano urbano della mobilità sostenibile), lo smontano pezzo per pezzo e chiedono alla politica di farsi carico del problema della mobilità senza guardare solo al centro e alle auto che sono una parte del problema.

Cominciando dalle auto, i dati Aci indicano che le Euro 6, le meno inquinanti, sono il 47% del totale e tra euro 4 ed euro 6 si trova quasi l’80% del parco circolante. "Effettuare scelte drastiche pur in assenza di possibili risultati apprezzabili in termini di qualità dell’aria dovuta al traffico, possono avere effetti "collaterali" come quelli di rendere solamente più povere, buie e degradate molte strade. Questo, secondo noi, va assolutamente evitato", si legge nelle proposte inviate al Comune. Perché, se il trasporto (incluse le merci che nel ravennate sono preponderanti con la presenza del porto) incide per il 27% delle Pm10, il riscaldamento civile e terziario vale il 23%; per gli ossidi azoto, il 57% arriva dai trasporti e il 23% dalle attività produttive.

Questo per dire che con il Pums "non ci si deve concentrare esclusivamente nel centro della città, ma sicuramente anche alle aree artigianali/industriali e logistiche che si svilupperanno attorno al porto. Il tema della logistica e dello sviluppo del porto, del terminal crociere avranno un impatto importante sul tessuto infrastrutturale del territorio, per questo va governato e gestito". E per quel che riguarda il centro, il tema centrale è quello dei parcheggi a ridosso della zona: "la garanzia di trovare un parcheggio "certo" deve essere uno degli elementi di forza per aumentare la vivibilità, lo sviluppo commerciale e turistico della città e un valore aggiunto da spendere nella competizione territoriale". Sì, perché a Ravenna si parla di parcheggi ma non li si realizza. Il raddoppio del Macello è in attesa da anni, così come quello di via De Gasperi, mentre per il multipiano della Darsena non vi è nemmeno un progetto esecutivo. Ampliare le Ztl in questa situazione significa far morire il centro storico. A cui darebbe un colpo decisivo la eventuale estensione della Ztl all’area via D’Azeglio, Oberdan e Cura e la proliferazione indiscriminata delle zone 30. Servirebbe, invece, il nuovo by pass sul Canale Candiano - il ponte mobile è utilizzato da oltre 30.000 mezzi al giorno -, allontanando il traffico pesante attualmente orbitante sul ponte mobile dal centro cittadino e magari separando il flusso pesante da quello delle vetture.

Giorgio Costa