Ravegnana aperta, ora tocca al ponte pedonale

Dieci mesi di chiusura per la strada che collega Ravenna a Forlì. Lavori senza sosta anche a Ferragosto

La riapertura della Ravegnana (foto Corelli)

La riapertura della Ravegnana (foto Corelli)

Ravenna, 24 agosto 2019 - Da Ravenna a Forlì (e viceversa) dritti dritti, senza intoppi, buche, strade di campagna e zigzag. Lo avevamo preannunciato ieri, poi è arrivata anche la comunicazione ufficiale di Anas: stamattina riapre la Ravegnana. Alle 10 via i cartelli di divieto e le barriere, il traffico torna a scorrere sulla statale 16 tra la rotonda con l’Adriatica e Longana.

Niente cerimonia di inaugurazione: i lavori alla chiusa San Bartolo infatti non sono finiti, e andranno avanti indicativamente fino alla fine dell’anno per ricostruire il ponte pedonale sulla chiusa stessa, parzialmente crollato il 25 ottobre scorso causando la morte del tecnico della Protezione civile regionale Danilo Zavatta, che lo stava controllando. La Ravegnana era chiusa da allora: la frana che ha fatto cadere il ponte, infatti, si era mangiata un imponente pezzo di argine proprio sotto alla strada, e le analisi dei tecnici hanno mostrato che l’acqua si era infiltrata in profondità. I tecnici della Protezione civile, grazie ai fondi regionali, in questi mesi hanno ricostruito la strada e l’argine bloccando le infiltrazioni con due file di palancole.

La Giunta regionale ha stanziato  oltre 3,5 milioni di euro che sono serviti per i primi interventi di somma urgenza, irilievi tecnici, i lavori di messa in sicurezza dell’area, la ricostruzione e la riapertura della strada.

“Grazie all’impegno di tutti - affermano il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, e l’assessore alla Difesa del suolo e Protezione civile, Paola Gazzolo- a partire dai rappresentanti delle istituzioni, i tecnici e gli operai che hanno lavorato senza sosta anche a Ferragosto, oggi riapriamo un’infrastruttura importante per l’intero territorio ravennate e romagnolo. Lo facciamo, senza però dimenticare che qui ha perso la vita, mentre faceva con scrupolo e dedizione il proprio lavoro, il tecnico della Protezione civile regionale, Danilo Zavatta: a maggior ragione oggi, il nostro pensiero va a lui e ai suoi cari”.

Per quanto riguarda l’intervento di ripristino, prosegue Gazzolo, che pochi mesi fa, a febbraio, insieme al sindaco di Ravenna, Michele de Pascale, aveva illustrato il programma degli interventi con la riapertura prevista entro fine estate, “ci siamo trovati di fronte ad una situazione che si è dimostrata fin da subito complessa a causa del dissesto che ha coinvolto la chiusa di derivazione ad uso irriguo, un tratto di fiume entrato in erosione, la passerella ad uso pedonale, l'argine e la strada che ha subito pesanti infiltrazioni. Le priorità della Regione sono state chiare da subito: rapidità di intervento, con la garanzia di tutte le risorse necessarie fino all'ultimo euro, e messa in sicurezza dell’intera area. Il lavoro di squadra, coordinato e gestito dal Servizio Area Romagna dell’Agenzia regionale per la sicurezza territoriale e la protezione civile, ha permesso di arrivare in tempi certi e celeri a restituire una strada vitale per i cittadini e il sistema economico romagnolo. Ora- chiude l’assessore- restano da completare alcune opere accessorie che, come da cronoprogramma, saranno realizzate entro l’anno”.

“Il crollo della chiusa di San Bartolo è stato un’immensa tragedia per la perdita della vita sul lavoro del tecnico della Protezione civile, Danilo Zavatta- ricorda il sindaco de Pascale-; la chiusura della strada è stata un enorme disagio per decine di migliaia di persone, di cui siamo assolutamente consapevoli. Il danno era però di entità gravissima poiché l’erosione aveva coinvolto una parte significativa sottostante l’infrastruttura stradale, dunque il lavoro di messa in sicurezza è stato estremamente complesso e delicato.  Adesso, come prima cosa, procederemo con la riasfaltatura di tutta la viabilità alternativa, messa a dura prova a causa della chiusura della strada”.

Le opere per la riapertura della Ravegnana

Il Servizio Area Romagna ha curato il progetto e la direzione dei lavori.  I primi interventi hanno riguardato l'eliminazione delle infiltrazioni, il consolidamento degli argini, il ripristino della funzionalità della derivazione ad uso irriguo e del ponte. Per quanto riguarda l’analisi geotecnica, il Servizio si è avvalso dello studio Enser, lo stesso chiamato a lavorare sul crollo del ponte Morandi di Genova e sugli interventi sul torrente Polcevera.

Gli studi, in particolare, hanno compreso indagini geoelettriche e georadar per valutare la distribuzione delle acque sotterranee, attraverso l'impiego di correnti elettriche fatte circolare nel terreno. E, in aggiunta, le prove geognostiche necessarie ad esaminare le condizioni dell'argine fino a 35 metri di profondità, mediante sondaggi e carotaggi, e rilievi topografici di dettaglio di tutta l'area.

Inoltre, sono state realizzate opere per l’irrigazione delle imprese agricole a monte della chiusa di San Bartolo che serve un vasto comprensorio agricolo del ravennate.   

Ultimo tassello prima della riapertura, il completamento della segnaletica stradale e la messa a punto degli atti amministrativi necessari – a partire dal collaudo di fine lavori - ad Anas, ente titolare della strada, per emettere l’ordinanza di ripristino.