
Restaurare oggetti per puntare al futuro
Falegnami per far ritrovare la propria strada agli adolescenti a rischio di dispersione scolastica. È un po’ questo lo spirito dell’associazione faentina Restart, nata da qualche anno in città e che recentemente ha trovato nuova sede all’interno del complesso del Seminario Vecchio in pieno centro a Faenza. L’idea, nata dal presidente della realtà, Riccardo Drei, architetto con una laurea anche in teologia, da sempre vicino al mondo delle parrocchie, assieme agli amici Matteo Zinzani e Mattia Carroli, è fondamentalmente quella di combattere la dispersione scolastica, piaga che sempre più spesso colpisce i ragazzi in età adolescenziale, ma anche quelli che abbandonano la scuola e rischiano di chiudersi in loro stessi e trasformarsi in "ritirati sociali".
"Abbiamo creduto – spiega Drei – che poter proporre attività laboratoriali, nello specifico di falegnameria, nei quali ragazzi e adolescenti, sotto la guida di alcuni adulti di riferimento, imparano a restaurare e trasformare oggetti antichi, in particolare mobili, possano riattivare il proprio io e trovare un interesse. L’esperienza non vuole assolutamente insegnare il lavoro di falegnameria ai ragazzi ma attraverso semplici lavori, come la levigatura, la stuccatura e così via, iniziano a prendere consapevolezza e maestria elevando, allo stesso tempo, la propria autostima". Lo sviluppo della manualità e l’apprendimento di nuove competenze risveglia inoltre nei ragazzi la creatività e la mentalità imprenditoriale; dopo alcune settimane di frequentazione dell’associazione sono i ragazzi stessi che portano nuove idee, trovano commissioni da parenti ed amici, si fanno sponsor dell’associazione negli ambienti che frequentano.
"Restart – continua Drei – diviene per loro un luogo nel quale sperimentare la propria creatività sotto lo la guida di un adulto che li incoraggia e li instrada nella giusta direzione riportando alla concretezza gli slanci giovanili". L’attività di laboratorio è interrotta da un momento di ricreazione, dove anche grazie all’aiuto di una tazza di tè è possibile stabilire un dialogo personale con i ragazzi, così da migliorare la conoscenza e quindi la stima reciproca. I ragazzi poi vengono coinvolti anche nell’approviggionamento dei pezzi che avviene grazie a numerosi "donatori" e nella consegna dei pezzi finiti ai "clienti". In questo modo divengono sempre più partecipi di tutto il processo di trasformazioni ed imparano a relazionarsi "professionalmente" con nuovi adulti.r5in un’ottica formativa l’associazione organizza visite a luoghi produttivi significativi; ad esempio presso un frantoio dove era possibile vedere da vicino tutte le fasi di trasformazione delle olive. Questa attività pur non rientrando direttamente nelle attività che l’associazione svolge ha consentito ai ragazzi di venire a conoscenza di un mondo produttivo a loro sconosciuto in maniera diretta. Una volta iniziato il percorso, i ragazzi vengono stimolati anche ad avere un buon rendimento scolastico. L’iniziativa, che al momento ha coinvolto una quindicina di ragazzi, si avvale, anche quale bacino di utenza delle segnalazioni dei servizi sociali, delle parrocchie o anche su richiesta dei genitori.
Le realizzazioni dei laboratori sono poi messe in vendita e i proventi vengono divisi equamente tra autosostentamento dell’iniziativa, una parte donati ad associazioni di volontariato del territorio e una piccola parte va direttamente alle famiglie dei ragazzi che partecipano a Restart. I soci dell’associazione, oltre a Riccardo Drei sono Matteo Zinzani, Mattia Carroli, Michele Rosetti, Stefano Ballardini, Alberto Federici e Tiziano Borgognoni, persone che senza alcun rientro economico mettono a disposizione i loro saperi personali e il proprio tempo per questa iniziativa. Informazioni sulle attività di Restart al sito internet www.restartfaenza.com.