Rifiuti e giacigli nei sottopassi Nella zona aumenta il degrado

Percorso battuto soprattutto da cicloamatori e podisti, peccato che l’incuria stia prendendo il sopravvento. C’è chi utilizza l’area come discarica di immondizia. E la segnaletica perde i pezzi

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Scoperto da tantissimi ravennati durante il periodo di sospensione di diverse attività della città per le restrizioni dovute al Covid-19, il percorso ciclabile-pedonale lungo l’argine dei Fiumi Uniti e il fiume Montone, era diventato la nuova ’vasca’ dello svago e della passeggiata, alternativo al consueto giro in centro.

Pian piano però, con il ritorno alla normalità, il percorso è tornato a essere battuto perlopiù solamente da ciclisti, podisti e da coloro che hanno piccoli orti lungo il canale, ma, per mantenere vivo l’itinerario che collega la zona di Porto Fuori fino alla Chiusa San Marco attraversando la zona Poggi, Galilei e Alberti, è opportuno eliminare gli elementi di degrado che stanno prendendo lentamente il sopravvento.

Alcuni sottopassi dei ponti sono utilizzati come giaciglio dai senzatetto, certe aree invece sono usate per scarico rifiuti. Ben visibile, ora che gli arbusti sono spogli, è la maleducazione di alcuni passanti che lasciano gli escrementi dei propri animali. Sono nati poi angoli in cui, sempre più spesso, si possono notare situazioni ambigue e sospette lungo deviazioni seminascoste del percorso, in particolare in zona Ponte nuovo: tutti aspetti che vanno a deturpare la tranquillità e la sensazione di sicurezza dei passanti.

Altro punto dolente è la segnaletica, dal momento che vi sono ancora molti cartelli stradali vecchi sui quali, a volte, vengono posizionati i nuovi, anche in modo precario, e le transenne, da tempo dimenticate.

L’itinerario, oltre a essere naturalistico, è anche culturale, perché inserito nel percorso del cammino di Dante, e turistico, ma l’unica tabella informativa si trova proprio accanto allo spiazzo panoramico della Chiusa del 1733-1739 e illustra le caratteristiche della monumentale struttura voluta da papa Clemente XII, realizzata da Gian Antonio Zane. Tuttavia, non viene curata e rischia di diventare illeggibile poiché in parte rovinata e in parte scarabocchiata.

Marco Beneventi