"Rinunciamo ai servizi, non c’è personale"

L’albergatrice Monica Ciarapica (Confesercenti) sulla mancanza degli stagionali: "Un problema sociale che sta peggiorando"

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Sono diversi anni che gli imprenditori turistici si trovano a fare i conti con la mancanza di personale qualificato, ma nelle ultime stagioni il problema è diventato cronico. Reperire manodopera è la vera emergenza che ha già indotto molti albergatori ad eliminare o ridurre i loro servizi: un meccanismo che rischia di mettere la parola fine a un modello di turismo consolidato che ha distinto la costa romagnola dal resto d’Italia.

Monica Ciarapica, presidente di Confesercenti e titolare dell’hotel Commodore, qual è la situazione?

"Stiamo rinunciando a una parte di fatturato perché non si riescono a fornire i servizi. Forse è opportuno ricordare che meno fatturato vuol dire anche meno tasse da pagare. Continueranno a essere garantiti sanità, pensioni e servizi alla collettività? Negli ultimi anni abbiamo riqualificato molti hotel grazie ai contributi dei bandi regionali, abbiamo realizzato sale ristorante di prestigio che ora rischiamo di dover chiudere. Andrà bene ai nostri clienti prenotare solo la camera in hotel e dover mangiare sempre fuori? E siamo sicuri di poter offrire un’offerta adeguata, o rischiamo che il sistema imploda a discapito dei numeri di tutto rispetto che facciamo in termini di turisti?".

Come spiega questa tendenza, è colpa di imprenditori ‘sfruttatori’?

"Se ci sono operatori che lavorano nell’illegalità vanno perseguiti, ma non si può generalizzare con luoghi comuni senza entrare nel merito per analizzare il problema e trovare una soluzione, screditando categorie intere di imprenditori. Oggi contano solo retribuzione, ore di lavoro, giorno libero. Non si parla mai di competenze, di affidabilità, di serietà di questi lavoratori che oltretutto dormono, mangiano e vivono nelle nostre case con le nostre famiglie. Quando un dipendente diventa indispensabile può permettersi di chiedere quello che vuole, come già avviene per altre figure".

I lavoratori contestano troppe ore di lavoro sottopagate, è così?

"La remunerazione è stabilita dal contratto nazionale del lavoro secondo livello e qualifica. Ma non trovo disdicevole lavorare oltre l’orario sindacale o rinunciare al giorno di riposo, per una libera scelta, per un maggiore compenso. Le ore lavorate in più sono sempre adeguatamente remunerate, anche perché tutti contestano l’orario sindacale di lavoro ma nessuno verrebbe per la tariffa sindacale".

E allora cosa non funziona?

"Ritengo sia un problema sociale, che da tempo segnaliamo a tutti i livelli istituzionali, del quale non c’è ancora piena consapevolezza e che sta peggiorando. C’è un’altra considerazione. Ci sono neo laureati che fanno lunghi tirocini a zero euro per raggiungere un buon livello di preparazione, mentre nel nostro settore imparare un lavoro fa scandalo. C’è presunzione, arroganza, una correzione viene presa come un affronto. È davvero mortificante".

Il reddito di cittadinanza incide?

"Non è un aspetto particolarmente rilevante nella nostra regione. Pesa di più la riduzione della disoccupazione".

Da dove si dovrebbe ripartire?

"Mi auguro si intervenga sul costo del lavoro. Ci vuole la volontà di utilizzare risorse per ridurre quel cuneo fiscale di cui si parla da anni ma su cui nessuno mette mano. Inoltre le regole per lavoratori minorenni sono fuori tempo. Vediamo fenomeni sociali come le baby gang, ma non possiamo farli lavorare più di 4 ore consecutive, la legge non consente loro di essere impiegati in un bar e vendere alcolici, però li possono bere! C’è qualcosa che non torna, per questo ribadisco che è un vero problema sociale".

Rosa Barbieri