
I carabinieri in centro a Faenza in una foto di repertorio (Tedioli)
Un parapiglia nel centralissimo corso a Baccarini a Faenza con tanto di collo di bottiglia impugnato a mo’ di arma da taglio. E, secondo uno dei contendenti, persino di coltello. Una rissa insomma, costata l’arresto a due uomini: un 37enne bracciante agricolo albanese al momento disoccupato e domiciliato nel capoluogo manfredo. E un 30enne italiano di origine magrebina residente a Forlimpopoli. I fatti, secondo quanto ricostruito dai carabinieri del Radiomobile, si sono verificati verso le 16.45: è a quell’ora che una pattuglia è intervenuta davanti a un bar per via di una segnalazione circa una rissa tra tre persone. Il terzo uomo, presumibilmente pure lui di origine magrebina, era riuscito già a dileguarsi: tuttavia della sua presenza è rimasta traccia nelle immagini immortalate dalla videosorveglianza.
I militari hanno subito bloccato gli altri due, che in quel momento si stavano rincorrendo attorno a una vettura, riscontrando un possibile stato di ubriachezza dell’abanese tanto che per lui è pure scattata la specifica sanzione da 102 euro. Attorno alle 17 i carabinieri sono riusciti pure a recuperare il collo di bottiglia usato durante la tenzone. A quel punto i due, come disposto dal pm di turno Angela Scorza, sono stati portati in caserma e dichiarati in arresto. Ieri mattina davanti al giudice Michele Spina hanno fornito versioni differenti. Per il trentenne, difeso dall’avvocato Giovanni Sammarco, dopo la convalida dell’arresto è scattato l’obbligo di permanenza nel comune di Forlimpopoli oltre a quello di presentazione tutti i giorni davanti alla polizia giudiziaria.
In buona sostanza in aula ha riferito che era appena giunto a Faenza quando ha notato che un suo conoscente, l’albanese, stava litigando con un’altra persona. E allora lui è intervenuto per stemperare gli animi offrendo da bere a entrambi. Ma quando uscito dal bar con due birre e il resto di 60-70 euro in mano, l’albanese gli ha sottratto il danaro: ne è nato un inseguimento a piedi con colluttazione finale. L’albanese avrebbe anche tirato fuori un coltello; lui lo avrebbe disarmato ma l’altro avrebbe allora spaccato una bottiglia brandendone il collo.
Secondo l’albanese, difeso dall’avvocato Samuele De Luca, si sarebbe invece trattato dell’epilogo di una storia di stupefacenti. Ovvero lui ne fa un uso personale e l’altro sarebbe il suo fornitore. Ma a fine anno gli aveva veduto bicarbonato al posto di 70 euro di cocaina. E così qualche giorno fa lui lo aveva affrontato per intimargli di restituirgli i soldi altrimenti sarebbe finita male. Il trentenne invece ieri si è presentato spalleggiato da un amico armato di coltello per dargli una lezione: tanto che lui avrebbe rimediato una ferita da punta che si riserva di farsi refertare. In ogni modo, dopo essere stato picchiato, si sarebbe difeso con il collo di una bottiglia rotta. Dopo la convalida dell’arresto, il giudice ha decisione per la sola presentazione tre volte alla settimana in caserma in attesa del processo.
a.col.