Ravenna: rissa dal pediatra. Rivuole il figlio e picchia i suoceri

L’aggressione nel 2016, l’uomo è a processo per lesioni. Prese a pugni il nonno e la nonna del piccolo, accusandoli di sottrarglielo

Una famiglia dal pediatra (foto di repertorio)

Una famiglia dal pediatra (foto di repertorio)

Ravenna, 28 novembre 2020 - Il bimbo aveva la febbre, per questo la mamma e i nonni avevano deciso di portarlo dal pediatra. Non potendo immaginare che il padre, già colpito dalla misura del divieto di avvicinamento, di lì a poco avrebbe fatto irruzione nell’ambulatorio, prendendo a pugni i suoceri e mandandoli al pronto soccorso. Un’aggressione, avvenuta in uno studio medico di Ravenna, che risale al pomeriggio del 6 settembre 2016 e ora inquadrata nel processo per lesioni che vede alla sbarra il manesco genitore, un 49enne macedone residente a San Pancrazio. I nonni del bambino si sono costituiti parte civile con la tutela dell’avvocato Paolo Vecchi. Ieri, davanti al giudice onorario Tommaso Paone, hanno parlato testimoni e vittime di quell’aggressione, mentre l’imputato si trova in carcere a Ferrara dopo una condanna a cinque anni e tre mesi anche per maltrattamenti proprio sulla ex convivente. Quel giorno ha assistito all’aggressione la pediatra, la quale ha ricordato che la visita era quasi terminata, stava prescrivendo la terapia quando quell’uomo fece irruzione "in modo violento" e, dopo un breve diverbio col suocero, incurante del fatto che lo stesse tenesse il bambino in braccio, lo colpì con un pugno al volto poi con un secondo. Un altro colpo lo assestò alla suocera, la quale aveva cercato di frapporsi, che cadde rovinosamente all’indietro, finendo per sbattere la nuca contro un armadietto metallico e fu proprio la pediatra a prestarle i primi soccorsi. Nel frattempo la figlia, e madre del bambino, era corsa fuori a chiamare la polizia, mentre l’ex convivente si era frettolosamente allontanato. A chiarire i contorni della vicenda e a definire le cause di quell’improvvisa aggressione è stata proprio la madre del bambino. Il padre era stato colpito dal divieto di avvicinare i familiari, il rapporto con la donna si era interrotto nel 2015 dopo una relazione durata poco più di un anno per via dell’indole violenta dell’uomo, che la faceva bersaglio di "continue percosse e minacce verbali". Quel giorno lui avrebbe dovuto vedere il figlio nell’ambito di un incontro regolato in presenza dei servizi sociali. La madre non lo riteneva opportuno in quanto il piccolo dalla sera prima aveva la febbre e per questo si rivolse alla pediatra affinché i motivi dell’assenza fossero certificati. Evidentemente il padre ne ebbe contezza e si precipitò dalla pediatra, accusando l’ex compagna e in particolare i suoceri di impedirgli di vedere il figlio. A marzo ultima udienza e sentenza.