Sbarcati i 52 migranti: "Ma Ravenna è troppo lontana,. Così veniamo tagliati fuori"

L’equipaggio: "È un porto distante, ci serviranno 5 giorni per il viaggio di ritorno e durante questo tempo non potremo essere operativi". Due profughi portati in ospedale .

Sbarcati i 52 migranti: "Ma Ravenna è troppo lontana,. Così veniamo tagliati fuori"

Sbarcati i 52 migranti: "Ma Ravenna è troppo lontana,. Così veniamo tagliati fuori"

Lo sbarco a terra di ciascuno dei 52 migranti arrivati ieri mattina a Marina di Ravenna con la Sea Eye, nave umanitaria battente bandiera tedesca, è stato accompagnato dall’applauso dell’equipaggio. Poi sorrisi, strette di mano, abbracci prima di salutarsi per l’ultima volta attraverso i finestrini del pullman che ha accompagnato i 52 uomini al Pala De André per gli accertamenti definitivi.

La nave è arrivata attorno alle 10 alla Fabbrica Vecchia, due dei migranti sono stati caricati subito in ambulanza e portati in ospedale perché a seguito di cadute hanno riportato dei traumi. Tra i 52 uomini anche sei minorenni, di cui quattro non accompagnati. Alcuni dei migranti sono scesi dalla nave asciugandosi gli occhi, altri sorridendo, chi portando una busta con qualche abito, chi con le medicine. C’era chi si guardava in giro curioso, con un mezzo sorriso, chi invece si è diretto ai mezzi con lo sguardo a terra. Nei volti di tutti le tracce di quello che hanno vissuto negli ultimi mesi e anni nei centri di detenzione in Libia e, prima ancora, nei loro Paesi di provenienza. I 52 migranti sbarcati ieri, tutti uomini, provengono da Siria (26), Bangladesh (19), Palestina (3) Pakistan (2), Marocco (1), Egitto (1). Ad accoglierli a terra anche un ragazzo e una ragazza con un cartello di benvenuto.

Le operazioni di sbarco si sono svolte senza intoppi, secondo procedure ormai consolidate visto che si è trattato, per Ravenna, dell’undicesimo arrivo di una nave umanitaria. A dirigere le operazioni ancora una volta il prefetto, Castrese De Rosa. I migranti, dopo i controlli sanitari e di polizia effettuati al Pala De Andrè, sono stati trasferiti in altre città della regione, ad eccezione di cinque adulti che sono invece rimasti a Ravenna. In 12, compresi i minori non accompagnati, sono andati a Bologna, in 3 a Ferrara, in 7 a Forlì-Cesena, in 8 a Modena, in 4 a Parma, in 3 a Piacenza, in 6 a Reggio Emilia, in 4 a Rimini. "Ravenna - ha detto il sindaco Michele de Pascale, presente allo sbarco - è l’unico anello funzionante della catena, perché non funziona il fatto che le navi arrivino in porti così distanti dal luogo dei salvataggi e questo mette in pericolo chi viaggia e impedisce di effettuare ulteriori salvataggi dove necessario. E soprattutto da qui inizia un percorso che non ha niente a che fare con l’umanità e neanche con la serietà, perché queste persone finiscono in un limbo, in attesa di un permesso di soggiorno per motivi umanitari, che spesso non arriva, e poi passano alla clandestinità".

Sull’inutilità di viaggi così lunghi hanno insistito anche i portavoce dell’equipaggio. "Non solo impedisce a chi ha bisogno di cure - hanno sottolineato - di ottenerle in tempi brevi, ma impedisce a noi che dovremo ora affrontare un viaggio di ritorno di 4, 5 giorni, di intervenire dove ce n’è bisogno".

Annamaria Corrado