Scatti di guerra raccontati da Zaffagnini

Una trentina di scatti che documentano quel che rimane del passaggio del fronte nella Bassa Romagna durante la Seconda guerra mondiale: sono quelli che compongono il volume Schegge, che il fotografo Giovanni Zaffagnini ha dato alle stampe nel 2015, le quali per la prima volta porta in mostra, stasera alle 21 al Brainstorm di Fusignano, in piazza Corelli. Nato nel luglio del ‘45, Zaffagnini si può dire sia cresciuto parallelamente alla Ricostruzione: il suo esordio come fotografo, pur avvenuto in giovanissima età, ebbe luogo in una Romagna che aveva fondamentalmente già curato le ferite della guerra. "Non è stato facile trovare sugli edifici quelle cicatrici", spiega l’autore, che nel 2015 ha scattato prevalentemente in esterno, fatta eccezione per alcune immagini che ha catturato spingendosi in aree private, chiedendo il permesso ai proprietari. "Sono poche le tracce rimaste dall’epoca dei bombardamenti. Da un lato è comprensibile che l’Italia volesse lasciarsi alle spalle le macerie della guerra, dall’altro va detto che quelle cicatrici sono una documentazione preziosissima degli anni in cui infuriarono i combattimenti". E’ osservando quelle ferite sugli edifici che è più facile capire cosa significassero, per i romagnoli di settant’anni fa, il rombo degli aeroplani, l’esplosione, la ricerca dei sopravvissuti. "Da qualche parte è ancora possibile vedere le tracce delle bombe – dice Zaffagnini –come a Fusignano dove nel parco è presente l’avvallamento originato dalla caduta di un ordigno nel ‘44". La serata, promossa dall’Anpi di Fusignano sarà accompagnata dalla lettura del diario di Liliana Corelli, scritte fra 1944 e ‘45.

f.d.