Scintille al dibattito sulla sanità "Inevitabile rimodulare i servizi"

Toni accesi nella discussione fra il sindaco Ranalli e il consigliere civico Verlicchi. Il dg dell’Ausl, Carradori: "Non è possibile continuare con queste carenze di medici. E non potevamo scoprire il pronto soccorso"

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È terminata a mezzanotte la lunga e partecipata assemblea sulla Sanità che si è tenuta venerdì sera nel Salone estense della Rocca. Hanno partecipato esponenti dell’Ausl, del Comune di Lugo e delle varie parti politiche, oltre a cittadini e addetti e lavori fra cui medici e infermieri. Il futuro della sanità lughese, affrontato nell’ambito degli incontri dedicati alla Rigenerazione Urbana, è stato delineato da una pioggia di numeri usati per dare conto dei futuri sviluppi dell’Ospedale, in corso di riallestimento dopo la conversione ’covid hospital’ e della casa della Comunità di cui tuttavia, a distanza di una decina di anni dal primo progetto, non sono state date tempistiche concrete.

Ai dati, il direttore generale dell’Ausl Romagna, Tiziano Carradori, ha affiancato l’elenco delle problematiche che affliggono la sanità locale e che sono state oggetto del duello verbale intercorso, a fine serata, fra il primo cittadino Davide Ranalli e il consigliare comunale del gruppo Per la Buona Politica, Silvano Verlicchi, dedicato alle responsabilità politiche che gravano sull’impoverimento graduale dei servizi sanitari del territorio. "Fra il 2015 ed il 2017 mentre noi manifestavamo in piazza per chiedere il ripristino dei posti vacanti in Ospedale a livello dirigenziale, infermieristico e medico e un finanziamento adeguato alla sanità locale, il sindaco disertava la Conferenza Socio Sanitaria e definiva le nostre richieste come il festival della cialtroneria – ha sottolineato Verlicchi . Ora io credo che quell’appellativo debba essere restituito al mittente". Toni duri che hanno vanificato il proposito goliardico di alcuni cittadini, pronti a lasciare sul tavolo dei relatori la statuetta del Tapiro d’oro da condividere, nelle loro intenzioni, equamente fra Ausl e amministrazione comunale.

"Quando sono tornato alla direzione dell’Ausl Romagna - ha sottolineato Carradori – ho trovato a Lugo un ospedale svuotato. E non solo a Lugo. In due anni ho nominato 70 primari in tutte le aziende e realizzato 27 nuovi primariati, fra cui quelli previsti a Lugo. Oggi le comunità rivendicano il ruolo che la sanità deve avere, per il quale la proprietà, vale a dire il governo centrale, deve assumersi la responsabilità. Dipende tutto da dove si mettono i soldi".

I finanziamenti stanziati dall’Ausl Romagna sul territorio, oltre ai 2,2 milioni provenienti dal Pnrr per la casa della comunità prevista all’ex acetificio Venturi accanto agli uffici dei servizi sociali, andranno a potenziare l’ospedale: qui torneranno la cardiologia e la pneumologia e, soprattutto, i servizi di assistenza primaria sul territorio a fronte di una popolazione destinata a invecchiare sempre di più. "La casa della comunità sarà costruita su due piani – ha spiegato Federica Boschi, direttrice del distretto sanitario di Lugo. "Al piano terra ci sarà l’area dei medici di medicina generale con sale di attesa e uffici di segretariato con un’area centrale per i servizi infermieristici mentre al primo piano saranno collocati gli ambulatori polispecialistici". L’idea alla base è di sviluppare al suo interno dei percorsi diagnostici dedicati in particolare ai disturbi di natura cronica legati all’età.

"Ora restano – ha concluso Carradori – le problematiche legate alle difficoltà rispetto ai tempi di attesa e, soprattutto, alla carenza dei medici. All’unità di pronto soccorso e medicina d’urgenza di Lugo operano 11 medici. Mancano 5 medici, manca il 45 per cento dei posti previsti. Questo comporta che in un turno di 12 ore un medico di pronto soccorso tratti 26 pazienti. In un mezzo di soccorso, come l’automedica, nelle stesse 12 ore, gli interventi in media sono 2 – ha sottolineato entrando nel merito della rimodulazione del servizio di automedica attuato dal primo dicembre scorso. "Per garantire i servizi è meglio riorganizzare l’attività piuttosto che scoprire il Pronto soccorso, tenendo conto del fatto che il trattamento economico del collega che tratta 26 pazienti è identico a quello che ne tratta 2. Non è possibile continuare con questa carenza che aumenterà, visto che abbiamo la più alta percentuale al mondo di medici over 55. Quando andranno in pensione, chi li sostituirà? Sono tempi questi – ha concluso – da porre all’attenzione della collettività. Si tratta di problemi seri, sui quali va misurata la responsabilità della cosa pubblica".

Monia Savioli