REDAZIONE RAVENNA

"Si sculacciò davanti ai bimbi: fatto tenue"

Il giudice ha assolto un ultrasettantenne di Sant’Agata accusato di atti osceni. La procura aveva chiesto 6 mesi. Per la difesa solo uno sfottò

La donna era andata in Commissariato a Lugo per denunciare il fatto

La donna era andata in Commissariato a Lugo per denunciare il fatto

Alla polizia lei aveva raccontato di quell’uomo che a Sant’Agata sul Santerno, in un momento di particolare alterazione, le aveva mostrato i genitali alla presenza peraltro di due ragazzini. E che, in segno di spregio, si era poi girato e si era schiaffeggiato su una natica.

Un’accusa di atti osceni aggravati per la quale l’imputato - un ultra-settantenne del posto difeso dall’avvocato Samuele De Luca - ieri pomeriggio è stato assolto dal giudice Tommaso Paone perché il fatto è stato inquadrato come di particolare tenuità. Il viceprocuratore onorario Adolfo Fabiani aveva invece chiesto una condanna a sei mesi.

Secondo quanto sostenuto dalla difesa, in questo caso il reato contestato non era giustificato da nessun elemento alla luce della totale assenza di richiami a rapporti sessuali o a offese a sfondo sessuale: il gesto era al massimo interpretabile come dileggio, sfottò, sberleffo senza valenza erotico/sessuale. Del resto - ha proseguito la difesa richiamandosi il concetto di oscenità - il vaglio andava fatto sulla base del comune sentire in questo momento storico.

A suo tempo l’imputato era stato raggiunto da un decreto penale di condanna convertito in 4.500 euro di pena pecuniaria. Ma lo aveva impugnato finendo così a processo. Ad accusarlo, una ultra-quarantenne anche lei di Sant’Agata. La vicenda si inseriva nel solco di rapporti di vicinato non esattamente idilliaci culminati il 23 ottobre 2021 con l’episodio finito a processo. Secondo quanto riferito dalla donna in Commissariato a Lugo, tutto si era delineato attorno alle 14.30 di quel giorno quando due bimbi (il suo e il figlio di un’amica) le erano corsi incontro urlando perché a loro dire quel vicino li aveva sgridati mentre giocavano in cortile con un piccione.

Vedendoli così spaventati, lei aveva deciso di andare dall’uomo a chiedere spiegazioni accompagnata dai bambini: lui - prosegue l’accusa - le aveva risposto insultandola. Poi si sarebbe calato i calzoni svelando i genitali; e infine si sarebbe girato auto-infliggendosi una sonora sculacciata senza proferire parola. Lei era rimasta impietrita e lui, dopo essersi ricomposto, aveva cominciato a fotografare il gatto di lei. La donna aveva fatto intervenire una Volante.

Dopo qualche giorno era scomparso il micio: e quando era andata a chiedere spiegazioni al vicino, lui le avrebbe lanciato una tazza e avrebbe risposto perentorio: "Il tuo gatto non lo rivedrete più".

Nient’affatto secondo l’uomo: lui - come avrebbe poi riferito davanti ai carabinieri - in quel 23 ottobre aveva aiutato un colombo ferito raccolto dai due bambini: lo aveva messo in sicurezza sotto a un’auto parcheggiata e gli aveva dato del mais: il tutto sotto all’occhio tranquillo dei bimbi. In quanto al gatto, lo aveva fotografato quando si era avvicinato: ma solo per passione personale. Per il resto, a suo avviso tutte fandonie.

a.col.