"Siccità, assurdo il caso Fosso Vecchio"

"A pagarne le spese sono gli agricoltori e l’ambiente. Si è perso fin troppo tempo"

"In una stagione dove la crisi idrica è ancora un’emergenza impattante sull’economia, agricoltura in primis, sprecare acqua perché un territorio non sa gestire le infrastrutture idriche è inaccettabile". Alice Buonguerrieri, candidata alla Camera dei Deputati all’uninominale di Ravenna per tutto il centro destra, interviene così sull’annosa vicenda del Fosso Vecchio di Faenza. Questo corso d’acqua, che serve anche l’irrigazione agricola, riceve gli scarichi della zona industriale e questa commistione di utilizzi causa non pochi problemi.

"A pagarne le spese sono gli agricoltori e l’ambiente – riprende Buonguerrieri – ma la situazione impatta negativamente anche sul turismo, visto che gli scarichi attraversano il territorio del Parco del Delta del Po e poi finiscono a mare a Casal Borsetti".

Dal fosso Contrighella di Merlaschio al Fosso Vecchio e poi al Destra Reno prima del mare. Una situazione su cui, nonostante le pressioni degli agricoltori, "si è perso tanto tempo". "Quando gli scarichi della zona industriale vengono rilasciati si limita la possibilità di irrigare i campi, capita anche che per tre giorni questo sia impossibile: in questa annata agraria abbiamo visto quanto invece sia stato importante poter dissetare le coltivazioni con continuità, non farlo significa ridurre il reddito delle imprese agricole – argomenta l’esponente di Fratelli d’Italia – Ma non è tutto: il Fosso Vecchio deve poi subire un lavaggio e questo viene fatto con l’acqua proveniente dal Cer, a spese degli agricoltori consorziati al Consorzio di Bonifica della Romagna Occidentale. Lo spreco d’acqua, secondo le stime di Coldiretti Ravenna, ammonta ad oltre 12 milioni di metri cubi negli ultimi tre anni per un esborso di 23 milioni di euro: risorse preziose per le aziende agricole, strette nella morsa dei danni causati dai cambiamenti climatici e dai rincari che stanno strozzando il settore. Sprecare acqua in questo modo, quando un’opera di canalizzazione e depurazione avrebbe potuto evitarlo, è francamente inaccettabile – ribadisce Buonguerrieri – Senza contare i rischi per l’ambiente collegati alle sostanze inquinanti rilasciate".