Sotterranei dell’ospedale aperti per due visite guidate

Domenica si celebra l’ingresso del nosocomio di Faenza nell’associazione culturale degli ospedali storici italiani. L’edificio risale al ’700

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Un cuore che pulsa instancabilmente: la visita guidata nei sotterranei dell’ospedale di Faenza, organizzata dall’ufficio per la conservazione del patrimonio artistico dell’Ausl Romagna domenica 9 ottobre dalle 16.15 alle 18.15, è un viaggio indietro nel tempo nella storia della città, ma anche un interessante sguardo sul presente di un luogo – l’ospedale appunto – la cui macchina continua a girare senza posa anche in quelle porzioni architettoniche che hanno secoli di storia alle spalle.

L’apertura straordinaria è stata decisa, come ha già rivelato tempo fa su queste pagine la conservatrice Sonia Muzzarelli, in occasione dell’ingresso del nosocomio di Faenza, affiancato da quello di Riccione, nella lista dell’Associazione culturale degli ospedali storici italiani. Un riconoscimento di cui possono andare fiere le due città romagnole, ora parte di un club esclusivo in cui figurano i complessi romani di Santo Spirito e di San Giovanni dell’Addolorata, l’ospedale di Santa Maria Nuova di Firenze e l’ospedale dei santi Giovanni e Paolo di Venezia.

La storia architettonica dell’ospedale, affacciato sul tracciato storico della via Emilia, attraversa tutti i cosiddetti ‘cinque mondi’ in cui abita l’uomo: il passato, il presente, il futuro, il favoloso e l’eterno. Prima che qui trovasse posto l’ospedale, voluto dal vescovo Cantoni, c’era infatti la rocca di Faenza, fatta abbattere nel 1753 proprio per unificare le realtà che si occupavano di assistenza ai malati: quelli che all’esterno appaiono come resti qui sono invece strutture che gridano la propria funzione, accostate alle strumentazioni figlie delle più recenti tecnologie. I sotterranei dell’ospedale sono infatti chiusi al pubblico ma regolarmente utilizzati dal personale: i visitatori domenica si domanderanno probabilmente qual è la forza che ha portato gli ospedali di Ravenna, Rimini, Cesena e Forlì ad allontanarsi dal centro storico, mantenendo invece quello faentino lì dove è sempre stato. La risposta sta nelle tecniche adottate nel Settecento dall’architetto Gian Battista Campidori, autore di un progetto mai trovatosi impreparato dinanzi all’evolvere della medicina e della chirurgia. Il ‘suo ospedale’ ha subito un’unica significativa modifica: la realizzazione dello scalone monumentale cui si accede da corso Mazzini, realizzato negli anni Novanta dell’Ottocento.

Il legame della città con l’ospedale è testimoniato dalla successione di opere d’arte che si susseguono lungo i suoi ambienti: dall’acquasantiera di epoca tardoromanica fino all’imponente ‘Madonna del roseto’ del Mastelletta, per arrivare alle opere di artisti contemporanei come Massimo Matteucci, Alfonso Leoni, Muky, Francesco Nonni, Carlo Zauli, Angelo Biancini, Ercole Drei e Pietro Melandri, alternate alle pareti dai ritratti dei benefattori in alcuni casi eseguiti da artisti del cenacolo baccariniano.

Per partecipare è necessaria la prenotazione, che deve pervenire entro le 12 di sabato all’indirizzo patrimoniostoricoeartistico@auslromagna.it.

Filippo Donati