Trova la sua foto hard sul web, ex compagno a processo

Cinquantenne a processo. Finge di uccidersi, ma il sangue nella foto è pomodoro

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SI SAREBBE spinto al punto di telefonare alla madre della sua ex compagna, a Cuba, dicendole che sua figlia era morta. E dopo che la ragazza aveva deciso di lasciarlo, le aveva inviato una propria foto che lo ritraeva coperto di sangue con un coltello puntato alla gola: ma era solo una messinscena, perché all’arrivo della polizia disse che si era versato addosso della salsa di pomodoro. Poi, vedendo che lei a tornare a casa non ci pensava nemmeno, per diffamarla avrebbe cominciato a diffondere una sua foto osé e il suo numero di telefono in un sito di annunci a luci rosse.

L’INCUBO, per una 25enne centroamericana, ha le fattezze dell’ex marito, un ravennate col doppio della sua età, al momento a processo per maltrattamenti in famiglia – l’accusa iniziale era stalking – e lesioni. E attualmente libero. La misura cautelare che lo obbligava a starle lontano almeno mezzo chilometro è infatti scaduta. I fatti risalgono all’estate 2016. Il prossimo ottobre parlerà l’imputato, difeso dall’avvocato Nicola Casadio, che poi attenderà la sentenza. Il quadro accusatorio a carico del 50enne è pesante e nel corso dell’ultima udienza, davanti al giudice Corrado Schiaretti, l’ex moglie – parte civile con l’avvocato Massimo Martini – ha detto di sentirsi ancora pedinata, di averlo visto altre volte nei pressi del locale dove lei lavora e di aver scoperto altri annunci eroticicon scritte identiche alle precedenti.

SECONDO l’accusa lui, spesso ubriaco, la spintonava, la colpiva con oggetti contundenti e la picchiava anche quando era incinta, accusandola di tradirlo. Salvo poi insultarla, definendola «assassina di bambini» in ragione del successivo aborto attribuito allo stress. Per il resto inscenava il caratteristico repertorio di chi perseguita una ex compagna. Decine di telefonate quotidiane e messaggi offensivi e minatori, mazzi di fiori inviati al lavoro dove, per paura, la giovane era costretta a farsi accompagnare. Qui i colleghi di un locale di Marina Ravenna hanno confermato di averla vista piangere più volte e di essersi accorti della presenza intimidatoria dell’ex coniuge. Tanto che la 25enne ha poi dovuto cambiare più posti di lavoro perché gli stessi titolari non potevano sopportare la situazione. La difesa farà leva sulla testimonianza della compagna di un amico dell’uomo, che ha confermato i frequenti litigi dicendo che entrambi bevevano alcolici e che la più aggressiva era lei, che rimproverava spesso il marito il quale reagiva debolmente.

Lorenzo Priviato