Stanziati 200mila euro per il ’centro del riuso’

Nascerà all’ex canile di via Righi. Qui saranno previsti spazi per permettere lo scambio di beni usati e funzionanti

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Ha finalmente una fisionomia, per quanto ancora solo sulla carta, il centro del riuso cui anche il Comune di Faenza è tenuto dalla normativa regionale a dare vita sul territorio cittadino.

La struttura vedrà la luce al posto dell’ex-canile di via Righi, al civico 101, non lontano dall’isola ecologica. Una scelta strategica per fare sì che quella porzione di città diventi a tutti gli effetti il centro nevralgico del riciclo e del riuso dei materiali. L’investimento messo in campo dal Comune è pari a 207mila euro, per i quali Palazzo Manfredi si è avvalso di un contributo da parte di Atersir (Agenzia regionale per i servizi idrici e rifiuti). La normativa prevede che i Comuni debbano promuovere "iniziative dirette a favorire il riutilizzo dei prodotti", anche attraverso "appositi spazi per l’esposizione temporanea, al fine dello scambio tra privati, di beni usati e funzionanti direttamente idonei al riutilizzo".

Tra le misure di prevenzione della produzione incontrollata di rifiuti la legge regionale prevede appunto la promozione dei centri del riuso. Da tempo la città si interroga sui luoghi idonei in cui dare vita al centro per il riuso: varie ipotesi si sono affastellate nel corso degli anni, fra cui anche quella di ipotizzare una dislocazione all’interno del centro storico, subito accantonata per via della difficoltà di far arrivare lì camion e furgoni. Ecco spiegata la scelta di un’area nella zona industriale, facilmente raggiungibile dalla via Emilia, da via San Silvestro, via Ravegnana e via Granarolo. Tra gli obiettivi del progetto figurano quello di favorire un’integrazione dei centri del riuso con i centri di raccolta dei rifiuti urbani, la riduzione della produzione di rifiuti da inviare a trattamento o smaltimento, il sostegno al riuso di materiali ed oggetti ancora riutilizzabili prolungandone il ciclo di vita, la creazione di una struttura di sostegno per fasce sensibili della popolazione, rendendo disponibili beni usati ancora in condizioni di essere efficacemente utilizzati per gli usi, gli scopi e le finalità originari. Fra gli altri obiettivi del progetto c’è anche la creazione di opportunità di lavoro per persone disoccupate, disabili o svantaggiate. Il primo stralcio dei lavori coinciderà con la pulizia e la sistemazione dell’area esterna, seguita dalla costruzione di un nuovo capannone in ampliamento alle strutture esistenti. In un secondo stralcio si completeranno i lavori con la sistemazione delle strutture esistenti. La suddivisione in due stralci si è resa necessaria per far fronte agli aumenti dei costi sviluppatisi nel corso degli ultimi due anni.

Filippo Donati