Strade deserte nella città alluvionata "In casa pronti per l’evacuazione"

A Faenza il PalaBubani allestito per l’accoglienza. Tra le strutture più colpite la palestra Lucchesi, il tempio italiano della lotta greco-romana. I campioni del mondo al lavoro per liberarla dal fango.

Strade deserte nella città alluvionata  "In casa pronti per l’evacuazione"

Strade deserte nella città alluvionata "In casa pronti per l’evacuazione"

di Filippo Donati

Apparivano deserte via Pellico e via Cimatti a Faenza nel momento in cui la pioggia nel primo pomeriggio di ieri si è fatta più intensa, producendo scrosci che a molti hanno fatto temere il peggio per il sistema di drenaggio delle acque. Solo il personale di Polizia municipale, Polizia Provinciale, Croce Rossa e Protezione civile è presente sulle strade: i cittadini hanno in gran parte scelto di mettersi al sicuro nei piani alti delle abitazioni, mentre il Pala Bubani già verso mezzogiorno era attrezzato per accogliere nuovi eventuali evacuati. Oltre alle divise si contano moltepettorine dell’associazione Starinsieme, storica associazione di Granarolo Faentino, che per gran parte della giornata di ieri ha cucinato e consegnato a domicilio acqua e viveri, servendosi di un carretto spinto a mano, ai residenti della zona rossa e a chi si sta ancora occupando di pulire gli edifici. "In appena due giornate, fra lunedì e martedì, abbiamo preparato e consegnato 1300 piadine", spiega Silvia De Giovanni, per tutto il giorno impegnata davanti alle piastre. La città ha ormai valicato la soglia psicologia dei sette giorni di emergenza: prima l’alluvione del 3 maggio, poi l’incendio di lunedì 8 alla Caviro, fortunatamente domato prima che avvolgesse i colossali silos, e ora di nuovo il timore per le piogge e per la capacità delle acque di defluire. In strada i passanti sono pochissimi: Margarita, una cittadina di origine moldava, è uscita di casa solo per acquistare il pranzo per la figlia. "Il nostro appartamento è molto piccolo, tante delle cose che non potevamo tenere nelle stanze erano accatastate proprio nel garage. E’ andato tutto perduto, purtroppo. Ora possiamo solo augurarci che l’acqua non invada di nuovo le strade". Una speranza consegnata alle previsioni meteorologiche, prima di correre di nuovo verso casa. Poco più in là si lavora ancora freneticamente per liberare dal fango la palestra Lucchesi, il tempio italiano della lotta greco-romana. In quella che di fatto è "la Coverciano della lotta" si riconoscono i volti di alcuni interpreti di quello che insieme all’atletica è il più epico fra gli sport. Luis Enrique Méndez, ex-campione mondiale e ora allenatore, arrivato da Cuba per portare nuovi atleti del Club Atletico ai vertici del mondo della lotta, non avrebbe certo immaginato di vedersi un giorno impegnato a mettere in salvo dal fango i trofei che il Club Atletico ha conquistato dalla sua fondazione nel 1919, scandita dalle partecipazioni olimpiche. Poco più in là Anaysi Hernández, argento nel judo a Pechino 2008, sta tentando insieme a due colleghi di rimuovere il fango dall’area wellness, dove l’alluvione è riuscita a danneggiare perfino le strutture del bagno turco e della sauna. "La situazione è critica", spiega Olimpia Randi, fra le personalità al timone del club. "I danni sono enormi soprattutto negli spogliatoi, negli uffici, nell’area wellness. Solo la palestra sembra tornata alla normalità, almeno per ora". Nella mattinata di ieri sono state 1100 le segnalazioni arrivate in Comune da residenti preoccupati. Ora si spera che non arrivi una nuova piena.