
Massimo Serena Monghini davanti a Palazzo Guiccioli in via Cavour (foto Fabrizio Zani)
Ravenna, 8 dicembre 2019 - Taverna Byron . E non poteva chiamarsi diversamente. È il nome che avrà il ristorante che sta prendendo forma nei cunicoli sotterranei di Palazzo Guiccioli. La location ha il suo fascino. È collocata un metro e me zzo sotto via Cavour. Quando sarà completato il restauro, dalle due grandi finestre protette da una robusta inferriata, che danno su via Cavour si vedranno i commensali. I gestori della Taverna Byron saranno Massimo Serena Monghini e Lucio Fossati . Serena Monghini continuerà naturalmente a gestire anche l’altro ristorante di proprietà, l’Osteria del Tempo Perso di via Gamba. Per entrare nella taverna bisognerà scendere fino sotto il livello della strada, tra arcate con mattoni a vista che fanno sembrare il luogo come un passaggio segreto per cospiratori risorgimentali e amanti. Quando gli operai hanno cominciato a metterci mano, hanno trovato il posto quasi pieno di terra. Ora che è stato svuotato, si capisce che ospiterà una settantina di coperti. «Con il soffitto a volte – spiega Serena Monghini – i tavoli possono stare quasi solo al centro del camminamento. E’ stato fatto un restauro molto accurato». E’, comunque, il primo ristorante ravennate ospitato in locali sotterranei. «La nostra sarà una cucina molto legata al territorio, dove prevarrà la carne, anche se non disdegneremo qualche piatto a base di pesce azzurro del nostra mare. Riscopriremo piatti della tradizione, che però abbiamo perso di vista. Penso alla faraona, al coniglio preparato in diverse maniere. Ci riforniremo da allevatori della zona, conosciuti e fidati». La Taverna Byron occuperà inizialmente una decina di persone. Accanto al ristorante i due soci gestiranno anche il bar, vicino ai locali dove studieranno i ragazzi e una spaccio enoteca-prodotti del territori, con la migliore offerta della produzione romagnola. «Il 2021 sarà un anno molto importante per Ravenna» dice ancora Serena Monghini. «Le celebrazioni del settimo centenario della morte di Dante catalizzeranno l’attenzione degli studiosi e dei turisti. A questo dobbiamo aggiungere il richiamo che avrà il Museo di Byron. Una condizioni irripetibile per la nostra città che oggi, grazie a un turismo non più solo estivo, ma anche primaverile e tardo autunnale, può veramente dire la sua sul piano internazionale».