Teatro, canti e letture . Il Classico dà voce agli antichi

Il Liceo Classico "Dante Alighieri" di Ravenna apre le porte alla cittadinanza con la decima edizione della Notte Nazionale del Liceo Classico. Gli studenti si esibiranno in performance teatrali e letture per celebrare le radici culturali umanistiche.

Teatro, canti e letture . Il Classico dà voce agli antichi

Teatro, canti e letture . Il Classico dà voce agli antichi

Dopo il successo riscosso gli scorsi anni dall’iniziativa M’illumino di Classico, il Liceo Classico “Dante Alighieri” di Ravenna torna ad aprirsi alla cittadinanza. Il prossimo 19 aprile, dalle ore 18 alle 22 circa, sulla scalinata dell’ingresso principale dell’Istituto sito in Piazza Anita Garibaldi n. 2, si riaccenderanno i riflettori sugli studenti: nell’ambito della decima edizione della Notte Nazionale del Liceo Classico, nata da un’idea del professor Rocco Schembra, in contemporanea con quasi 350 licei italiani, e da quest’anno anche stranieri, sotto l’egida del Liceo “Gulli e Pennisi” di Acireale (Catania), gli alunni di tutte le classi dell’indirizzo classico si esibiranno in varie performance.

Come di consueto, tra brevi rappresentazioni teatrali, recitazioni, canti e letture drammatizzate, gli alunni, guidati dai loro docenti, faranno rivivere classici greci, latini e italiani. La manifestazione si propone ancora una volta come una festa, ma anche come un modo alternativo, affiancato a quello tradizionale, di dare impulso e vitalità alle nostre radici culturali umanistiche più profonde, in primis a quelle della civiltà greco- romana.

Gli studenti, proprio in quelle aule nelle quali quotidianamente seguono un percorso di studi impegnativo, ma altamente formativo, hanno rielaborato alcune opere da loro studiate, per portarle in scena e condividerle gioiosamente con il pubblico, in modo come sempre originale, spontaneo e autentico. momento comune a tutti i licei classici d’Italia aderenti all’iniziativa sarà l’esibizione finale, dedicata alla lettura in lingua greca e in traduzione dell’Ode II di Giacomo Leopardi, ’Eis selenen (Alla luna’).