Terremoto, controlli antisismici fantasma: indagato dirigente ravennate

Secondo l'accusa, assunse un vigile del fuoco senza qualifiche SPECIALE VIDEO E FOTO - IL CONTO CORRENTE PER AIUTARE LE VITTIME

Terremoto, crolli all'ospedale di Amandola, nel Fermano (Foto Zeppilli)

Terremoto, crolli all'ospedale di Amandola, nel Fermano (Foto Zeppilli)

Ravenna, 31 agosto 2016 - C’è anche un ravennate coinvolto nell’inchiesta sui mancati controlli antisismici della Regione Marche. Si tratta del 73enne Roberto Malucelli, dell’ex direttore generale dell’Asur Marche (la nostra Ausl) che il prossimo 22 settembre comparità davanti al Gip di Ascoli Piceno per l’udienza preliminare insieme ad altri tre ex dirigenti della sanità marchigiana, Pierpaolo D’Angeli, 72 anni, di Pesaro, Maria Luisa Velardi, 59 anni, di Latina e Giuseppe Emilio Riccio, 64, di Tolentino.

Tutti sono indagati per abuso d’ufficio per l’assunzione di un vigile del fuoco ascolano, Stanislao Acciarri, presso l’Asur Marche, con un incarico relativo alla «Valutazione di rischio sismico», progetto finanziato dal Ministero per la salute. Secondo la procura, che ha chiesto il rinvio a giudizio degli indagati, il vigile (nel frattempo laureatosi in architettura) non aveva i titoli necessari per il ruolo conferitogli. Il nome di Acciarri, fratello della consigliera comunale del Pd ascolano Monica, è finito in questi giorni sui giornali per le polemiche su procedure e metodi di collaudo degli edifici pubblici dopo il sisma del 24 agosto scorso (che ha danneggiato anche la scuola di Arquata e l’ospedale di Amandola). L’uomo però si difende parlando di una faida politica ai danni della sorella. Il vigile venne assunto dopo aver presentato una semplice domanda, ed è stato in servizio dal primo ottobre 2007 al 30 maggio 2010, percependo 103 mila euro complessivi a titolo di retribuzione e rimborsi spese.

Nel luglio 2007 il ravennate Malucelli firmò la sua assunzione a tempo determinato basandosi su un documento istruttorio di D’Angeli. Successivamente firmò il nuovo contratto che prevedeva un nuovo compenso, rimborsi per trasferte, autonomia nel svolgere il lavoro, esonero dall’obbligo di presenza giornaliera sul posto di lavoro, nessun orario di servizio, nessun obbligo di timbratura, né obiettivi di produttività. Secondo la procura, l’uomo, ritenuto «tecnico esperto» e assunto in regime di «urgenza e necessità», non avrebbe mai effettuato controlli e rilievi, né espletato attività preparatoria o firmato atti. Parallelamente la vicenda è approdata davanti alla Corte dei Conti di Ancona: cinque le persone in causa tra cui lo stesso Malucelli, cui viene contestato il 50% (47mila euro) del danno erariale complessivo.