Tumori, cruciale la diagnosi precoce E Ravenna ha fatto da apripista

Festeggia 50 anni di vita il Centro di Prevenzione Oncologica, nato nel 1973 grazie al dottor Buzzi. Lo scorso anno state effettuate 33.700 mammografie, con 471 neoplasie mammarie diagnosticate.

Tumori, cruciale la diagnosi precoce   E Ravenna ha fatto da apripista

Tumori, cruciale la diagnosi precoce E Ravenna ha fatto da apripista

Tutto ebbe inizio nel 1973, grazie al dottor Gianfranco Buzzi, storico primario della struttura, con le prime diagnosi precoci di tumori della cervice uterina. Da allora di acqua sotto i ponti ne è passata e, seppure senza troppe autocelebrazioni - per intendersi: il telefono squillava anche ieri durante la piccola cerimonia organizzata in via Missiroli, presso l’ospedale ’Santa Maria delle Croci’ -, per il Centro di Prevenzione Oncologica è il momento di fare un bilancio dei suoi primi 50 anni di vita. Mezzo secolo non è uno scherzo, tanto più in un ambito come quello oncologico.

A inquadrare con efficacia cosa abbia rappresentato e cosa rappresenti ancora oggi il Centro di Prevenzione Oncologica è l’assessore regionale alle politiche per la salute, Raffaele Donini: "Qui 50 anni fa venne colta la necessità di andare incontro al paziente, e non di aspettare che venisse lui a farsi visitare". Quando purtroppo - è il sottotesto - a volte non c’è più niente da fare. A dirigere il Centro di Prevenzione Oncologica è da ottobre scorso la dottoressa Dolores Santini; vi lavorano 12 medici radiologi, 2 ginecologhe, 22 tecnici sanitari di Radiologia medica, 21 infermiere, 9 ostetriche, una biologa, 4 operatori sanitari, 3 assistenti sanitarie, 3 amministrativi, e due coordinatori. Perché questi numeri? Perché quando 50 anni la struttura aprì al lavoro c’erano un paio di medici e 3-4 ostetriche. Il Centro ha sede, oltre che a Ravenna, anche a Lugo e Faenza, dove vengono effettuati tutti gli esami senologici, sia in fascia di screening (primi e secondi livelli) che con richiesta del medico di medicina generale e urgenze dei reparti, nonché follow up oncologici nelle donne (ma anche

uomini) operate alla mammella Tutti i casi inviati a trattamento vengono discussi dal team multidisciplinare della Breast Unit e

seguiti nel percorso di diagnosi e cura da infermiere case-manager dedicate. Complessivamente nel 2022 sono stati 17.700 gli accessi al servizio per la senologia, mentre sono 471 le neoplasie mammarie diagnosticate nel 2021. Per quanto riguarda il programma di sorveglianza per le donne ad elevato rischio eredo-familiare per il tumore della mammella e dell’ovaio è impostato con controlli personalizzati in funzione del livello di rischio. In via Missiroli ha inoltre sede il Centro di screening provinciale che gestisce i programmi dei tre screening oncologici: screening mammografico, cervicale e del colon-retto.

Nel 2022 sono stati erogati i seguenti esami di primo livello di screening: 33.695 mammografie nelle tre sedi del; 14.542 test Hpv (specifici sulla cervice uterina) e Pap-test nei consultori di ambito; 26.151 test per la ricerca del sangue occulto. La diagnosi tempestiva e precoce è fondamentale per aumentare la sopravvivenza. Da questo punto di vista la popolazione va sensibilizzata, perché sebbene i dati locali siano positivi rispetto agli altri territori, ancora ’pochi’ sono coloro che rispondono all’invito dell’Auls di effettuare gli screening. Nella fascia 50-69 anni ha effettuato lo screening del colon-retto solo il 55,4% degli ’invitati’, mentre siamo al 76,4% per la mammella e 69,5% per il collo uterino (fascia d’età tra i 45 e i 74 anni).

"Grazie all’impegno dei professionisti che negli anni si sono alternati in questo servizio si sono salvate tantissime vite e reso meno impegnativi percorsi di cura grazie a diagnosi precoci", ha detto il sindaco, Michele De Pascale. Per Donini "la lotta contro il cancro necessità di investimenti e strategie: quella della prevenzione si è rivelata vincente".