"Vicenda paradossale, sarà lunga" Il figlio del medico prepara la difesa

Il 40enne di Castrocaro è accusato di aver pianificato l’omicidio del padre, Danilo Molducci, per avvelenamento da medicinali. Nel sangue della vittima trovate concentrazioni elevate di psicofarmaci

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"Buon sabato a tutti! Concluse le indagini inizia un doveroso processo per omicidio volontario pluriaggravato con premeditazione e motivi abietti. La strada per la verità in questa vicenda paradossale si fa lunga e tortuosa". Trasuda sarcasmo e al tempo stesso amarezza la reazione, affidata a facebook, di Stefano Molducci, il 40enne ex segretario del Pd di Castrocaro, all’atto di conclusione indagini in cui la Procura lo accusa di avere pianificato l’uccisione del padre, il 67enne Danilo Molducci, medico di base di Campiano morto la mattina del 28 maggio 2021. In particolare il 40enne, in passato studente di medicina, avrebbe pianificato il delitto. Mentre sarebbe stata la 52enne rumena, all’epoca badante del defunto, a somministrare i farmaci in sovra-dosaggio all’uomo, allettato da tempo per patologie pregresse. Il figlio è tutelato dall’avvocato Claudia Battaglia e la badante dall’avvocato Antonio Giacomini, pronti a una difesa comune dei due indagati. "Il dottor Molducci – commenta l’avvocato Giacomini – era estremamente competente e, da quanto al momento ci è noto, è rimasto capace di intendere e di volere fino alla fine. Per questo motivo – prosegue il legale – riteniamo difficile ed estremamente improbabile che qualcuno possa avere somministrato dei medicinali, in quelle quantità, senza che lui potesse accorgersene e contro la sua volontà. Riteniamo, piuttosto, più plausibile l’ipotesi di un’intossicazione cronica come causa di quanto accaduto. Questo allo stato degli atti, quando avremo copia del fascicolo valuteremo se essere sentiti nuovamente, qualora fossero emersi elementi di novità che al momento non conosciamo".

Sia il figlio della vittima che la badante, infatti, erano già stati interrogati, lo scorso gennaio, in fase di indagini preliminari, dal Pm Angela Scorza. La badante, che si trovava in Romania, era tornata appositamente per sottoporsi alle domande, riferendo che quella mattina aveva notato le unghie scolorite di Molducci e aveva chiamato il figlio, il quale le aveva detto di chiamare il pronto soccorso qualora le anomalie avessero dovuto persistere. Attualmente la donna non vive più nella casa di Campiano, ma si trova comunque in Italia e sta lavorando per un’altra famiglia. Questo a riprova, sostiene il suo legale, "che non ha intenzione di fuggire, ritenendo di non avere nulla da nascondere". Secondo gli accertamenti tecnici, emersi a seguito delle indagini condotte dalla Squadra mobile, al medico erano stati somministrati psicofarmaci del tipo benzodiadepine con principi attivi differenziati e con posologie non terapeutiche. In particolare, nel sangue della vittima fu trovato diazepam con concentrazione superiore a 276 nanogrammi per millilitro, quando mediamente le concentrazioni post mortem si attestano intorno a 90 ngml. Così il nordiazepam, trovato con concentrazione di 675 ngml rispetto a una media dopo il decesso di 100 ngml, determinando così un effetto tossico del farmaco e l’alterazione delle funzioni cognitive. Sempre nel sangue della vittima, infine, era presente amlodipina, farmaco utilizzato per il trattamento di spasmi coronarici, aritmie cardiache e ipertensione: la concentrazione nel sangue era di 50 ngml, nei succhi gastrici di 68 ngml a fronte di un range terapeutico compreso tra 3 e 15 ngml.

Lorenzo Priviato