Villa Baracca tra i ’luoghi del cuore’ del Fai

Lugo, inserita dai cittadini: è possibile votarla per ottenere fondi fino al 15 dicembre. Tanti ritengono che l’aviatore sia nato proprio qui

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Sono 14 i ’luoghi del cuore’ lughesi segnalati e inseriti nell’11esima edizione del censimento spontaneo del patrimonio culturale del nostro paese promosso dal Fai, il Fondo Ambientale Italiano. L’iniziativa, che nasce dalla volontà di tutelare e valorizzare le bellezze artistiche e ambientali nazionali, ha collezionato una lunga serie di ’nomination’. A guidare quelle lughesi c’è Villa Baracca, la residenza di campagna di San Potito, un tempo di proprietà della famiglia dell’aviatore e oggi inserita all’interno della proprietà dell’acetificio acquisito dal marchio Ponti. Villa Baracca risulta essere al 1689° posto della classifica generale con 38 voti. Vanno peggio gli altri siti segnalati, a partire dal Ponte delle lavandaie, 7274° con 13 voti. Seguono la Chiesa del Carmine, l’Oratorio di Sant’Andrea, la Pieve di Campanile a Santa Maria in Fabriago, la chiesa di Croce Coperta, il Parco del Loto, il Castello di Santa Maria in Fabriago, il Campanile del IX secolo sempre nei pressi di Lugo, il santuario della Beata Vergine di Loreto, i restauri della Rocca, la chiesa del Suffragio, il Pavaglione e, alla fine, al 19.769° posto con 4 voti, il Giardino Pensile sempre della Rocca.

Per votare e raccogliere preferenze, e quindi intercettare i fondi resi disponibili per ristrutturare o migliorare i luoghi che scaleranno la classifica, oggi capeggiata a livello nazionale dal Museo dei Misteri di Campobasso con 19.147 voti, c’è tempo fino al 15 dicembre. Villa Baracca, inserita solo di recente, gode del supporto soprattutto degli appassionati di storia militare e locale, che identificano nella dimora uno dei luoghi preferiti dall’aviatore medaglia d’oro al valor militare. Tante testimonianze inducono a credere che Baracca sia nato proprio in quelle stanze. Inoltre, molta della corrispondenza intercorsa fra Baracca e la madre, la contessa Paolina, proveniva dalla villa in cui l’eroe concentrava le sue passioni, come le corse in motocicletta e i momenti di riflessione affrontati nelle passeggiate lungo le rive del Senio. Un luogo, quindi, che racconta molto del Baracca privato e che sempre più persone vorrebbe fosse classificato come bene storico nonostante gli interventi di consolidamento, effettuati dopo il secondo conflitto mondiale per riparare agli effetti di un ordigno esploso, lo abbiano di fatto escluso dalla tutela.

Monia Savioli