Incidente mortale a Lugo, chi era Vittorio Piva

Commozione e cordoglio per l’uomo delle imprese

Incidente Lugo, Vittorio Piva muore schiacciato dall'Apecar Piva

Incidente Lugo, Vittorio Piva muore schiacciato dall'Apecar Piva

Lugo (Ravenna), 29 ottobre 2018 - «Dedico questo mio diario a tutte quelle persone che mi hanno voluto bene e accompagnato in questa lunga, o breve, storia». Si apre così l’ultimo dei tre libri scritti da Vittorio Piva, morto ieri mattina in un tragico incidente (FOTO), dal titolo ‘Fatalità o miracoli - Esperienza di vita vissuta intensamente in questi ottant’anni’ (Bacchilega editore). Una sorta di diario in cui ‘Topone’, nomignolo con cui veniva chiamato da tutti, racconta «le tante cose accadute in questa vita difficile. Ma noi possiamo farla diventare facile, impegnandoci nel sociale, rispettando le regole….Volersi bene è bello, ti rafforza lo spirito...lo spirito è il faro del nostro quotidiano. Non dimentichiamo. Siamo tutti nati da quel ceppo. Siamo figli di Dio. Dio c’è».

Ieri mattina Piva si stava recando a Passogatto, dove era in corso una mostra-mercato dei prodotti della Val Santerno. Alla guida della sua inconfondibile Apecar, doveva fare da staffetta ai partecipanti di un giro turistico di appassionati di moto d’epoca. Non solo, ma gli organizzatori della festa lo attendevano anche perché avrebbe dovuto presentare il suo ultimo libro. Conosciutissimo, stimato e ben voluto non soltanto a Lugo ma un po’ in tutta la Bassa Romagna (e non solo), Pasi nel corso della sua vita si è reso protagonista di un numero davvero elevato di imprese. Tra quelle di maggior spicco, la partecipazione, spinto dalla sua innata passione per la corsa, alla Maratona di New York (1980), a oltre venti edizioni della 100 chilometri del Passatore (Firenze-Faenza) e al pellegrinaggio (500 km) fino a Roma dove è stato ricevuto in Vaticano da papa Wojtyla.

Come poi non ricordare gli altrettanto avventurosi viaggi con la sua inconfondibile Apecar, colorata da decine tra fotografie, bandierine, adesivi e loghi. Tra i suoi tour con il mezzo tre ruote della Piaggio ricordiamo quello effettuato nel 2010 a Lugo di Spagna, in veste di ambasciatore della terra di Romagna. La trasferta lo vide percorrere 2.270 km, con tanto di pellegrinaggio a Santiago di Compostela. Nel 2015, poi, in occasione del Giubileo della Misericordia, si recò sempre a Roma per ‘salutare’ papa Francesco. La scorsa primavera, inoltre, assieme ad altri cinque amici accomunati dalla medesima passione per l’Apecar, aveva preso parte alla prima edizione dell’‘Ape Romagna Tur’ (scritto appositamente ‘tur’, storpiando l’inglese ‘tour’), una tre giorni ‘motoristica’, con partenza e arrivo proprio a Passogatto. Venti tappe, per complessivi 500 chilometri, toccando tutti gli estremi della Romagna.

La Mazda era condotta da un 69enne (Scardovi)
La Mazda era condotta da un 69enne (Scardovi)

La notizia della scomparsa di Piva ha suscitato grande commozione e profondo cordoglio. «Era un uomo pieno di vita – commenta l’assessore Fabrizio Lolli – e un vero e proprio trascinatore. Bastava guardarlo negli occhi per capire che era già più avanti, nel senso che stava già pensando alla sua prossima impresa. Vittorio amava profondamente la sua città. Mancherà moltissimo non solo alla sua famiglia, ma anche a tutti quelli che, come me, si sbracciavano per salutarlo, al passaggio della sua Apecar. Se ne va un personaggio con la ‘p’ maiuscola, un uomo semplice, amico di tutti, conosciuto e apprezzato per la familiarità che riusciva a esprimere». Vittorio Piva lascia la moglie Leda Tabanelli e i figli Angela e Alberto.

l. s.