ALESSANDRA CODELUPPI
Cronaca

Abusi sessuali sulla nipotina: “Le chiedeva baci intimi in cambio di denaro”

Nonno paterno a processo dopo la denuncia presentata dai genitori dell’11enne. In aula lo sconvolgente racconto della madre della vittima: “Mi disse che aveva paura a rimanere sola con lui e che provava un senso di schifo”

Il giudice Cristina Beretti, presidente del collegio giudicante

Il giudice Cristina Beretti, presidente del collegio giudicante

di Alessandra Codeluppi

“Un giorno mia figlia mi telefonò in lacrime, dicendo di andarla a prendere a scuola. Mi fece leggere una lettera in cui si rivolgeva al nonno: con toni arrabbiati esternava episodi e ciò che lei provava, cioè paura di rimanere sola con lui e senso di schifo quando lui le chiedeva, come lei scrisse, ’un bacio non da nonno’, sulla bocca, in cambio di favori e denaro”.

Una madre ha raccontato ieri in tribunale una sconvolgente rivelazione appresa il 20 febbraio 2023 dalla figlia che allora aveva 11 anni: presunti abusi che la minorenne avrebbe subito dal nonno paterno. L’uomo, a piede libero, assente e difeso dall’avvocato Vainer Burani, figura imputato per violenza sessuale. Davanti al collegio dei giudici presieduto da Cristina Beretti, a latere Silvia Semprini e Francesco Panchieri, ieri si è aperto il dibattimento con i primi testimoni citati dal pubblico ministero Maria Rita Pantani.

Le indagini sono state condotte dai carabinieri.

La minorenne, costituita parte civile, era stata ascoltata in incidente probatorio. L’imputato era stato rinviato a giudizio dal gup Luca Ramponi.

In tribunale per prima è stata sentita la madre: secondo quanto le riferì la figlia, “in cambio il nonno le dava qualche spicciolo e la accompagnava a fare shopping al centro commerciale I Petali”.

La bambina diede persino un nome a quello scritto: “Lo intitolò ’Lettera del cuscino rosso salvavita’, perché il nonno teneva in auto un cuscino a forma di cuore che lei stringeva per proteggersi in modo simbolico. Mia figlia non voleva consegnarmi la lettera, ma io la trovai tra le sue carte e la fotografai dopo la querela”, che la donna sporse pochi giorni dopo, il 27 febbraio.

Ieri il pm Pantani ha depositato la missiva nel fascicolo processuale.

“Ero sconvolta, non sapevo cosa fare, provai a chiederle spiegazioni e quante volte fosse accaduto. La lettera parlava del bacio e di una mano sulla coscia, non di altro – ha proseguito la donna –. Mia figlia non voleva parlare, ma io ebbi la sensazione che ci fosse altro. Non ho mai dubitato di lei perché un anno prima una mia amica mi contattò preannunciandomi che doveva dirmi una cosa delicata: sua figlia le aveva riferito le confidenze ricevute da mia figlia sui comportamenti del nonno, cioè la mano sulla coscia”.

Due giorni dopo, il 22 febbraio 2023, la madre e il padre furono convocati dalla psicologa della scuola: già da tempo la ragazzina faceva colloqui con la specialista, dopo che era emersa da un tema la sua sofferenza per la separazione dei genitori e un’insegnante aveva chiesto e ottenuto da loro il consenso per gli incontri con la terapeuta.

“La psicologa ci raccontò maggiori dettagli che seppe da nostra figlia. Cioè la mano sulla coscia in auto, il bacio nel parcheggio dei Petali e, in precedenza, anche un fatto avvenuto a casa dei nonni: la bambina era andata a letto a guardare la tv, il nonno entrò e la toccò nelle parti intime. La psicologa ci disse che la bambina si era confidata con lei perché era sicura che lei avrebbe tenuto il segreto professionale ed era angosciata per il ’tradimento’ della sua confidenza”. Da noi interpellato, l’avvocato difensore Burani ha preferito al momento non rilasciare dichiarazioni “vista la delicatezza del caso”.