Acque agitate nel Pd. La maggioranza apre in Consiglio all’Esercito. E sulle liste è bagarre

Il capogruppo dem Cantergiani: "Non abbiamo preclusioni sui militari". Gazza potrebbe candidarsi per scalzare de Franco. Battaglia Rabitti-Bondavalli.

Acque agitate nel Pd. La maggioranza apre in Consiglio all’Esercito. E sulle liste è bagarre

Acque agitate nel Pd. La maggioranza apre in Consiglio all’Esercito. E sulle liste è bagarre

Dall’Esercito alla composizione delle liste, le acque sono parecchio agitate nella coalizione di centrosinistra e nel Pd.

L’uscita pubblica del candidato sindaco Marco Massari che si è detto "favorevole ad un presidio militare in zona stazione" ha creato malumori e posizioni contrastanti anche esplicitate come quelle di Verdi e Sic (Sinistra Italiana più Rec) che si sono detti contrari ai soldati. Ma dall’altra parte invece è arrivato il supporto di Claudio Guidetti (Azione, che sta dentro alla coalizione) e della consigliera regionale Stefania Bondavalli (lista Bonaccini Presidente). Così come una mezza apertura – seppur democristiana – è arrivata dall’ex ministro Graziano Delrio sabato scorso, a margine dell’evento inaugurale del quarto polo universitario. Finora aveva prevalso la linea del "no" all’Esercito del sindaco Luca Vecchi (il quale non ha poi voluto replicare a Massari) e dell’assessore al welfare Daniele Marchi che – in accordo anche con la Prefettura (che ha la prerogativa di chiedere l’attivazione eventuale del progetto ’Strade Sicure’) e i vertici delle forze dell’ordine – hanno dato prorità ad un presidio di vigilanza dinamica di polizia, ma soprattutto al piano ’Reggiane Off’ aprendo un tavolo che si concentri più sul profilo socio-educativo e di prevenzione piuttosto che di repressione.

Ecco perché il Massari-pensiero (che ha agito rispettando la promessa di discontinuità lanciata alla sua presentazione) è stato letto da tanti Dem come uno ‘sconfessare’ l’amministrazione uscente. Seppur Massari sia ritenuto libero di dettare la propria linea (su consiglio di Nico Giberti, sindaco uscente di Albinea neo responsabile politica della campagna e con la supervisione di Massimo Gazza, segretario Dem che vuole andare in discontinuità con Vecchi col quale non c’è un rapporto idilliaco), la tempistica ha fatto storcere il naso: perché non l’ha detto subito un mese fa? Perché dirlo ora, consegnando un assist al centrodestra? Da qui, il caos.

Ieri il gruppo di maggioranza in Consiglio Comunale ha dovuto affrontare l’esame-trappola della Lega che ha presentato un ordine del giorno urgente sul tema Esercito. Bocciato e non ammesso alla discussione. Col leader del Pd in Sala del Tricolore, Gianluca Cantergiani che ha motivato aprendo di fatto però ad un presidio, più in linea con Massari che con Vecchi seppur senza sbilanciarsi troppo: "Non abbiamo preclusioni pregiudiziali se il Prefetto dovesse valutare di richiedere i militari. In settimana è stato convocato un tavolo del comitato ordine e sicurezza pubblica. Sarebbe un forzatura esprimersi adesso con un documento in Consiglio Comunale. Respingiamo dunque l’urgenza, come già fatto due settimane fa per un analogo odg della Lega".

E poi ci sono i giochi per la lista Pd. Con Gazza che sarebbe pronto a scendere in campo in prima persona (rarità per un segretario) e con lui anche l’agguerrita Annalisa Rabitti. Obiettivo? Prendere più preferenze di Lanfranco de Franco, promesso capolista e vicesindaco proprio per andare poi a mettere in dubbio, numeri di voti alla mano, il ruolo nella prossima giunta. Quel documento – letto e votato all’unanimità dal Pd nell’assemblea di un mese fa per l’investitura di Massari e che ora viene tenuto sotto la sabbia perché tanti alleati puntano al colpo grosso in giunta – ha infatti una postilla-escamotage ("Nel rispetto delle prerogative del futuro sindaco, de Franco viene proposto per il ruolo di vicesindaco"); della serie: "Noi l’abbiam proposto, ma decide poi Massari...".

Ma la burrasca interna aleggia anche attorno alla scalpitante Stefania Bondavalli. La consigliera regionale – che guarda caso è stata la prima a uscire favorevolmente sull’Esercito dopo Massari – si candiderebbe in lista, aspirando a un ruolo di assessora contendendo gli ambiti (sanità e welfare) alla stessa Rabitti che mal digerirebbe di essere scalzata dalla giornalista che non è iscritta al partito chiedendo che venga ‘dirottata’ al massimo nella civica di Massari.